PALERMO – La Regione ha trovato le risorse per scongelare tutte le spese rimaste congelate con la Finanziaria. È questa la conseguenza del risultato incassato da Palazzo d’Orleans con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell’accordo Stato-Regione, un accordo che riconosce alla Sicilia 815 milioni di euro che aprono la strada al disegno di legge per le variazioni di bilancio che per l’occasione è stato già ribattezzato dallo stesso assessorato all’Economia “Ddl Ripristini”.
Quella varata dalla Giunta che si prepara a sbarcare a Palazzo dei Normanni nei prossimi giorni è una vera e propria Manovra bis, basti considerare che la legge di stabilità valeva 831 milioni di euro e quella che l’Ars dovrà votare nelle prossime settimane ha milione in più o in meno lo stesso valore.
Le maggiori entrate
“Le positive interlocuzioni con il Ministero dell’economia e le finanze – spiegano dall’assessorato all’Economia – che avevano già condotto ad un’integrazione di 220 milioni € dell’entrata per IVA ed IRES durante l’iter approvativo del bilancio (liberando risorse per Comuni e disabili).Tale confronto proficuo è proseguito nell’ambito dell’ultimo accordo di finanza pubblica ed ha consentito di rendere disponibili risorse per ulteriori 813.713.534,16 €. dei quali 211 milioni € a titolo minor contribuzione per il ripianamento del disavanzo”. All’interno del monte di incassi previsti rilevanti sono 375 milioni di euro che lo Stato riconosce come minori entrate e maggiori spese causati dalla pandemia. A questi si somma l’autorizzazione a spendere 291 milioni di euro appartenenti alla quota di fondi regionali del risultato di amministrazione.
I capitoli da sbloccare
Scorrendo l’elenco delle spese sbloccate salta subito all’occhio che lo Stato con una mano dà e con l’altra si riprende 285 milioni di euro che con le variazioni di bilancio si prevede di stornare a Roma. Incremento cospicuo ha il Fondo agli investimenti nei comuni che dagli attuali 67 milioni di euro passano a 115 milioni. Incremento di 68 milioni di euro al capitolo sul trasporto pubblico locale. Di 26 milioni di euro l’incremento che si registra per il servizio di collegamento con le isole minori.
Rimpinguato poi con 76 milioni di euro il campitolo per le stabilizzazioni.
Sul campo partecipate ed enti regionali, cresce di 16 milioni il capitolo dedicato alla Sas. Più 3,5 milioni all’Esa e 22 milioni ai consorzi di bonifica. Ma sono tanti gli enti che beneficiano di incrementi di spesa di più modica quantità: 660mila euro al Corfilac, 612mila euro all’Istituto zootecnico e, per concludere gli esempi, 239mila euro al Brass Group
Incrementi di spesa per tante voci sociali: il contributo per l’assistenza agli alunni con disabilità (+11 milioni), quello per il ricovero dei minori disposto dall’autorità giudiziaria (+5 milioni), quello per i ricoveri dimessi dagli ex ospedali psichiatrici (+5 milioni) e quello per gli affetto da talassemia (+3,5 milioni).
Cresce, poi di 1 milione il Furs per gli enti pubblici e di 2,5 milioni quello per gli enti privati. Ci sono ancora 4 milioni in più per la manutenzione ordinaria dei fiumi e altri 2 per quella straordinaria. Non c’è insomma ramo dell’amministrazione regionale che non veda irrorati i capitoli di competenza dalla pioggia di risorse arrivate da Roma.
Le altre norme
E nella manovra c’è anche qualche innovazione. Si dà più tempo a Resais e Sas per la loro fusione. Da 20 milioni di attivo che si presume ci saranno dalla liquidazione dell’Ente minerario siciliano si stanziano pari risorse per il Fondo Sicilia dell’Irfis. Stanziati poi ulteriori 7 milioni di euro per fare fronte al maggiore costo dell’energia e 21 milioni per le indennità di buonuscita da erogare tramite il Fondo pensioni.
Adesso, però, la Manovra bis arriva all’Ars ed è quanto mai da scoprire cosa accadrà a Palazzo dei Normanni dove la prima manovra rimase in stallo per intere giornate senza l’accordo su una quota di torta da spartirsi.