Rifiuti, 8 giorni contro l'emergenza: la nuova ordinanza di Schifani

Rifiuti, 8 giorni contro l’emergenza: la nuova ordinanza di Schifani

Cosa ha disposto il presidente della Regione
LE PRESCRIZIONI
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PALERMO – Otto giorni chiave, otto giorni per scongiurare che la passata chiusura della discarica di Lentini si trasformi in emergenza per 200 Comuni, risucchiando la Sicilia orientale in una spirale pericolosa.

Otto giorni con indicazioni tassative per la Sicula Trasporti, società in amministrazione giudiziaria che gestisce la grande discarica che, adesso, dovrebbe tornare in funzione. Così Schifani supera le criticità legate alla prima ordinanza. Otto giorni per svuotare le biocelle della Sicula trasporti, trasferire i rifiuti nei termovalorizzatori e riavviare il ciclo di smaltimento dell’indifferenziata.

Le criticità della prima ordinanza

Il 24 giugno il governatore siciliano, con la prima ordinanza, aveva ordinato lo stoccaggio in ecoballe dei rifiuti all’interno dell’impianto gestito dalla Sicula trasporti. Ma la società aveva risposto sostenendo di non avere “aree di stoccaggio autorizzate ove allocare i rifiuti al di là di quella di conferimento giornaliero preventiva al trattamento”.

Lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti si era reso necessario nell’attesa che passassero i 21 giorni per “la procedura di verifica di conformità della caratterizzazione di base per l’ammissibilità in discarica (c.d. omologa)“. Su queste basi, la prima ordinanza sarebbe stata, secondo la Sicula, “impossibile da rispettare”.

Rifiuti, 8 giorni contro l’emergenza

Il 25 giugno, dopo un lungo vertice nella prefettura etnea, Schifani annuncia la riapertura della discarica di Lentini attraverso una nuova ordinanza. Il governatore richiama la nota della Sicula che sosteneva di non essere in grado di stoccare le ecoballe all’interno dello stabilimento e, soprattutto, che il “sottovaglio stabilizzato EER 190501 dovrebbe essere depositato sfuso sui piazzali”, col rischio di infiltrazioni nel terreno per il percolato.

Il presidente della Regione punta sulla “grave emergenza sanitaria che si sta verificando nei circa 200 comuni interessati, anche in ragione delle elevate temperature”. E tira fuori due jolly, “le considerazioni emerse” durante l’incontro in prefettura e “le risultanze del sopralluogo effettuato dall’Arpa”. Su queste basi, stabilisce Schifani, “può procedersi in sicurezza allo stoccaggio del rifiuto EER191212 per il quale è possibile procedere al confezionamento in balle idoneo ad evitare il rilascio di colaticci e di emissioni osmogene”.

In pratica Schifani introduce nuove regole per un diverso codice di rifiuti, cioè quello che riguarda gli scarti con materiali misti provenienti dal trattamento meccanico (191212), per i quali, secondo il governatore, si può procedere allo stoccaggio.

Così viene dettata una nuova “strada” per i rifiuti contemplati nella prima ordinanza, quelli con il codice 190501, che devono attendere per 8 giorni lo svuotamento delle biocelle della Sicula trasporti per essere trasferiti in impianti di recupero energetico.

Tempi strettissimi

La Sicula trasporti dovrebbe, quindi, gestire in tempi molto stretti il ciclo dei rifiuti con il deposito in biocelle dei rifiuti trattati (codice 190501), per 8 giorni, per poi procedere al conferimento nei termovalorizzatori. Ma c’è la pressione per il flusso dei rifiuti provenienti dai Comuni nel caos. E ci sono temperature molto alte, che ricordano quelle registrate negli ultimi decenni di gestione dell’emergenza rifiuti. Una emergenza mai risolta.

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