L’occhio del passante sarà certamente caduto almeno una volta nella vita sui multiformi cumuli di spazzatura che arredano molti, troppi angoli delle strade palermitane. Lo sfondo è solitamente composto da un compatto “montarozzo” di sacchetti debordanti di rifiuti.
A corollario di questi rilievi montuosi si trova di tutto: sedie sfondate, divani, materassi, elettrodomestici obsoleti, oltre all’onnipresente tazza del water, che biancheggia non si sa se per fungere da metafora delle condizioni igieniche di quel sito, o se per invitare l’osservatore a sedercisi sopra per trovare subitanea ispirazione.
Queste discariche improvvisate si autoalimentano: non c’è mai un momento in cui il cumulo sparisce del tutto, tranne quando non arriva il fuoco ad incenerirle, con ogni immaginabile conseguenza. A prescindere dal grave danno ambientale, l’abbandono di rifiuti incontrollato mette in crisi in primo luogo l’igiene pubblica: i più indesiderati ospiti, si sa, partecipano festosamente e in massa a quelle imbandigioni stradali.
Il malvezzo di lasciare per strada ciò che non serve più, o che deve comunque smaltirsi non è mai stata una pratica giuridicamente lecita. Il Testo Unico dell’Ambiente – contenuto nell’alluvionale d.lgs 152/06 – reprimeva con sanzione penale, variamente gradata a seconda della tipologia di rifiuti, gli imprenditori e i responsabili di enti che abbandonassero rifiuti in modo incontrollato.
Per i privati – cioè per i cittadini comuni – era prevista una sanzione amministrativa. Il 10 ottobre, però, la musica è cambiata: con l’ennesima modifica al T.U. Ambiente, diventata legge meno di un mese fa, si è deciso di intraprendere la strada dell’incriminazione penale per chiunque sia colto ad abbandonare rifiuti. La sanzione sarà quella dell’ammenda da 1.000 a 10.000 euro, aumentabili fino al doppio nel caso di abbandono di rifiuti pericolosi. Così si punta sull’efficacia deterrente: ragionando sul fatto che ci si può “macchiare le carte”, è possibile che qualcuno ci pensi due volte prima di lasciare sul marciapiede il vecchio, esausto WC.