PALERMO – “Ieri si è scritta una delle pagine più tristi della storia del più antico parlamento d’Europa con la decisione di bocciare la legge per le elezioni diretta del Presidente e dei Consiglieri provinciali. Non possiamo, quindi, che esprimere una forte amarezza per quanto accaduto alla luce anche del fatto che questa riforma rappresentava un elemento cardine del programma del governo Schifani per cui abbiamo chiesto la fiducia ai siciliani. Una riforma necessaria anche per concludere la stagione imbarazzante, avviata dal governo Crocetta, che ha posto a capo degli Enti provinciali dei commissari, freddi burocrati regionali, calpestando il diritto dei cittadini a scegliere i propri rappresentanti e ripagandoli con mancanza di manutenzione nelle scuole, nelle strade, nei territori delle comunità. Lo dicono Salvo Pogliese e Giampiero Cannella, coordinatori regionali di Fratelli d’Italia per la Sicilia, sul voto dell’Ars che ha bocciato la riforma delle Province.
“Fratelli d’Italia – aggiungono – ha lealmente sostenuto questa riforma, anche grazie alla ineccepibile conduzione dei lavori d’aula da parte del presidente Galvagno, che si posiziona nella tradizione politica della destra che sempre si è battuta per le elezioni dirette dei rappresentanti dei cittadini in ogni ordine e grado. Bene ha fatto il capogruppo di FdI all’Ars Giorgio Assenza a sottolineare come questa vicenda merita di aprire nel centrodestra anche una riflessione sull’opportunità di mantenere il voto segreto che crediamo ormai sia anacronistico e soprattutto testimonia come chi ha deciso di affossare la riforma non ha avuto neanche il coraggio e la responsabilità di farlo ‘mostrando il volto’ e motivando le ragioni di questa scellerata decisione”.
“Auspichiamo che il parlamento possa legiferare nel più breve tempo possibile per immaginare la prima data utile, successiva alle europee, per far tornare i siciliani a scegliere i propri rappresentanti nelle Province ma, nelle more, occorre mettere subito fine all’esperienza commissariale e attuare la legge in vigore che prevede le elezioni di secondo livello negli Enti provinciali” concludono.