CATANIA – Abolire la legge che ha abolito le Province. Un gioco di parole che, in realtà, è la proposta di Forza Italia che, per bocca del capogruppo all’Ars, Marco Falcone, ha illustrato il disegno di legge con il quale chiede il ritorno alle Province in Sicilia, con la reintroduzione dell’elezione diretta dei presidenti e degli organi, l’attribuzione della titolarità di città metropolitana a Palermo, Catania e Messina e la riduzione del 50 per cento dei costi degli organi elettivi.
“Con l’abolizione delle Province – ha detto Falcone – avremmo dovuto creare economie, migliorare i servizi e invece si continua a spendere milioni, i servizi sono stati azzerati, è stata indebolita l’assistenza alle persone, sono state abbandonate le strade, le scuole superiori e non c’è più rapporto a gli enti territoriali e la Regione. Oggi, con questo Disegno di legge – ha continuato – vogliamo ribadire la necessità di rivalutare tutto”. Un’indicazione che, per Falcone, sarebbe arrivata anche dagli elettori, con la bocciatura della Riforma costituzionale del governo Renzi, in seguito al voto del referendum del 4 dicembre”.
Da qui l’accelerata sul Disegno di legge che pare abbia trovato consensi anche nel centrosinistra, composto da pochi articoli. “Il nostro disegno è semplice – ha proseguito il capogruppo di forza Italia all’Ars. In totale sono quattro articoli più le disposizioni finali e che prevede, di fatto, che vengano soppresse tutte le norme che hanno portato all’abolizione dell’ente”.
Operazione che, oltre al caos nella governance dei territori e nei rapporti tra questi e la Regione, sta creando problematiche nei dipendenti “sono frustrati e non sanno cosa fare”, ha precisato il deputato. “Fortunatamente – ha aggiunto – la volontà di ripristinare le province è diffusa e potrebbe diventare bipartisan”.
Il Disegno di legge è stato depositato oggi. In sostanza prevede l’azzeramento di quanto fatto in questi anni eccetto che per le Città metropolitane, la riduzione del 50% degli organi politici, consiglio e Giunta, e l’elezione diretta del presidente. “Ci vuole coraggio per rimettere a posto quello che il Pd ha devastato – ha commentato il senatore azzurro, Enzo Gibiino. Il costo stimato per le Province in tutta Italia è di circa novecento milioni di euro – ha continuato. L’idea dell’abolizione era animata dal fatto che – ha continuato – i costi non potevano essere abbattuti ma si poteva risparmiare sulle indennità. Alla fine, questa macchina è costata ottanta milioni. E non c’è più rapporto tra cittadini e istituzioni. Insomma – ha concluso – si è pagato in termini di democrazia”.