PALERMO – Un pontile in legno che avrebbe dovuto riqualificare Romagnolo, restituendo la costa Sud ai palermitani. Un progetto da cinque milioni di euro cominciato nel 1997 ma che, dopo 17 anni, rischia di restare un’incompiuta e un grande spreco. Ecco la passerella che sorge in via Messina Marine, vicino via d’Aosta, costruita a spese della Provincia e ancora chiusa ma in compenso vandalizzata a più riprese, come dimostrano bene le fotografie scattate martedì durante il sopralluogo della commissione Urbanistica del Comune. Uno scempio in larga parte annunciato visto che, mentre il 30 giugno il servizio di guardiania pagato dalla ditta è cessato, Palazzo Comitini e la Regione continuano a rimpallarsi la responsabilità e non si accordano, per non parlare del fatto che per lunedì è previsto un nuovo sopralluogo di cui però la Provincia sostiene di essere all’oscuro.
Benvenuti a Romagnolo, dove anche l’assurdo riesce a diventare realtà. L’opera oggi appare nelle condizioni peggiori: porte rotte, servizi igienici devastati, buchi, cavi elettrici divelti, rame rubato, abbandono e sporcizia. Il tutto a opera di vandali che sono ancora ignoti e hanno potuto agire indisturbati mentre due enti non riescono ad accordarsi per una consegna che sarebbe solo propedeutica all’affidamento al Comune. Ma partiamo dall’inizio.
Tutto comincia nel 1997 quando l’allora consiglio provinciale, con un emendamento dell’allora consigliere Paolo Caracausi, inserisce nel Piano triennale delle opere pubbliche questo pontile: costo stimato 5 miliardi di lire. Ma i lavori vanno in appalto solo nel 2002 e, tra ritardi e imprevisti, il costo raddoppia fino a 5 milioni di euro tutti a carico dell’ente anche se su demanio regionale. La Provincia indice una gara, riceve due buste che però non sono mai state aperte visto che nel frattempo è intervenuto il commissariamento della Regione.
Appena arrivato, il commissario Domenico Tucci ha provato a restituire alla Regione il pontile (visto che non può gestirlo) ma senza successo. Una situazione paradossale: da un lato la Provincia, che vuole consegnare l’opera all’assessorato Territorio e Ambiente avendo anche fatto il collaudo, e dall’altra la Regione che invece ritiene che le carte non siano in regola. Lo scorso maggio i tecnici regionali hanno infatti sollevato alcune perplessità, chiedendo interventi precisi a Palazzo Comitini che avvisa però della scadenza del servizio di custodia e della necessità che quindi intervenga la Regione. Già il 10 luglio viene presentata una denuncia al commissariato di Brancaccio per danneggiamenti e il 25 Tucci prende carta e penna e scrive all’assessore Sgarlata per chiederle di intervenire condannando le richieste “pretestuose” (così si legge nella missiva) della Regione. “Io resto in attesa che ci convalidino nello stato di fatto e di diritto – dice il commissario – il collaudo è stato effettuato sia da esperti privati che della Provincia, i lavori chiesti dalla Regione sono stati effettuati come dimostrano le nostre relazioni. E’ per colpa della Regione che ci sono stati quei danni e saranno loro le responsabilità per quelli futuri”.
La Regione però non ha intenzione di farsi carico di un bene vandalizzato e soprattutto nutre qualche dubbio sul collaudo. “Lunedì faremo un sopralluogo a cui abbiamo invitato anche la Provincia – dice Salvatore Di Martino, dirigente del servizio Demanio marittimo dell’Arta – il collaudo è stato fatto il 16 maggio, ma quando dopo sette giorni ci siamo recati lì abbiamo visto che le cose non erano a posto. La Regione é disponibile a farsene carico se è tutto in ordine, ma la responsabilità di un’opera si trasferisce alla consegna. Il vero problema lì è la vandalizzazione. Siamo anche pronti ad affidare l’opera al Comune, una volta consegnataci, ma ci serve una disponibilità formale da parte dell’amministrazione”. E se l’assessore alle Coste di Palazzo delle Aquile assicura di aver già scritto per manifestare l’interesse alla struttura (“Abbiamo già formalizzato la nostra disponibilità – dice Pippo Gini – a farci carico di una struttura però collaudata, poi valuteremo cosa fare, gestendola come Comune o con i privati. Serve però un controllo più accorto”), Tucci sostiene di non essere a conoscenza del sopralluogo di lunedì.
Nel frattempo però tutto resta in balìa dei vandali. “Vedere dopo 17 anni che un’opera così importante per la costa è rimasta incompleta lascia l’amaro in bocca – dice Caracausi, oggi consigliere comunale dell’Idv – specie per chi crede e vuole il riscatto di questa parte di Palermo, abbandonata e utilizzata dal ‘Sacco’ come discarica. In tutti questi anni gli amministratori che si sono succeduti alla guida della città non hanno realizzato e creato le condizioni per porre rimedio a questa ingiustizia. Mi auguro che i tentativi della nuova amministrazione e di quei consiglieri comunali eletti e residenti nella zona per il riscatto della costa Sud possano portare i frutti sperati”. “La Regione non potrà mai farsi carico di una struttura in queste condizioni – dice Franco Pennino, presidente del comitato per il recupero della costa – la Provincia è responsabile fino alla consegna”.
“Viviamo in una città in cui un servizio di vigilanza notturna interrotto il 30 giugno porta ad un atto vandalico senza senso consumato già prima del Festino – dice Pierpaolo La Commare della commissione Urbanistica – bisogna rispondere con ancora più forza, tutti insieme. Le pubbliche amministrazione devono smettere di rimpallarsi le responsabilità, coordinando invece le loro azioni per una gestione del territorio efficiente. Insisto nel dire che noi tutti che abbiamo l’onore di gestire la cosa pubblica, a tutti i livelli, dobbiamo profondere un impegno straordinario per uscire dal degrado, per dare voce alla maggioranza silenziosa dei cittadini onesti, per urlare tutti insieme e isolare chi di fronte a qualsiasi tentativo di uscire dal degrado si impegna con tutte le forze a sprofondarci sempre più. Bisogna denunciare e le denunce devono trovare le istituzioni in ascolto e pronte ad intervenire e a proteggere, altrimenti non ne verremo mai fuori”. “Il comune di Palermo non è stato coinvolto in questa vicenda, l’intervento sarà a posteriori per capire l’utilizzo di questo pontile – dice Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia a Palazzo delle Aquile – è evidente che va ripristinato e riparato, oltre a essere collaudato, per consegnarlo alla Regione che poi possibilmente lo darà a noi. Con il nuovo Pgtu capiremo quale sarà l’utilizzo, pensiamo sia doveroso usarlo come solarium per i cittadini. Va messo a bando. Bisogna però intervenire subito,sarebbe un peccato se quel pontile fosse vandalizzato ancora di più”. “Sono pienamente convito che bisogna ringraziare l’amministrazione per la bonifica del piccolo tratto della costa (ex bagni Petrucci e Virzì) – dice il consigliere comunale Giuseppe Federico – la costa sud potrebbe diventare il volano di sviluppo sia per tutta la città che per il tratto stesso, per evitare che tutto venga vandalizzato e sporcato bisogna coinvolgere i privati, a Palermo la cultura del bene comune non esiste”.
“Il sopralluogo effettuato dalla Commissione Urbanistica nell’ambito dello studio preliminare al voto sul Pudm, nel tratto della costa sud che va da via Amedeo D’aosta alla foce del fiume Oreto, è stata un’amara sorpresa – dice Rosario Filoramo del Pd – il Solarium e il Pontile realizzato dalla Provincia all’altezza di Via Amedeo D’Aosta abbandonato e vandalizzato. Sulla costa palermitana vi è uno scollamento tra le istituzioni Comune, Provincia e Regione che è assolutamente anacronistico. Lo sostengo da oltre tre anni, era ancora sindaco Cammarata, il Comune deve assumere il pieno controllo della costa, richiederne l’assegnazione al Demanio Regionale e gestire i 27 km di costa che circondano la nostra città. Sbaglia il Commissario alla guida della Provincia a disfarsene come se si trattasse solo di un intralcio, sbagliano Regione e Comune a non intervenire tempestivamente. Il Sindaco ne entri immediatamente in possesso assicurandone la sicurezza e la manutenzione. Lunedì chiederò un’urgente convocazione in Commissione Urbanistica dell’ Assessore Mare e Coste per valutare ogni possibile soluzione che consenta di mettere in sicurezza la struttura, anche facendo ricorso alle associazioni di categoria interessate al rilancio del turismo balneare nella nostra città”.