“Per quanto riguarda la permanenza di Lombardo, pensiamo che non possa rimanere in carica non per profili penali che saranno accertati dai giudici, perché spetta a loro farlo (noi abbiamo rispetto degli accertamenti dei magistrati), ma bensì perché emerge un clima…un sistema di frequentazioni, anche notturne, un sistema di scambi, di affari anche complessi e ambigui che secondo me consente di affermare con forza che Lombardo non può continuare a mantenere l’incarico di presidente della Regione”. Leoluca Orlando, portavoce nazionale di Italia dei Valori, affida alle pagine del free press etneo, Sud, le valutazioni su Lombardo, sul governo regionale e sul Pd.
“La posizione del Pd – secondo Orlando – si aggrava perché si sommano due profili: il Pd che dovrebbe fare opposizione perché gli elettori così hanno stabilito e quindi il tradimento degli elettori. La seconda, la permanenza in carica del presidente della Regione, in appoggio del quale il Pd propone dei propri assessori, che vengono farisaicamente chiamati “tecnici”. Ma quando “tecnici” è il nome che si dà ai rappresentanti dei partiti è chiaro che si fa una scelta politica, perché ogni tecnico ha un partito che lo ha indicato”.
Secondo l’ex sindaco del capoluogo siciliano, la posizione di Idv è molto chiara: “noi in Sicilia, a partire dalle prossime elezioni amministrative, passando per Palermo piuttosto che per la Regione Sicilia, non intendiamo fare nessuna alleanza con il Partito Democratico, se il Partito Democratico continua a sostenere il governo Lombardo. Aggiungiamo: laddove di verifichi che nostri esponenti, faccio l’esempio di Gela, siano in giunta col Pd il quale si è alleato con l’Mpa in quella realtà locale, sono invitati dal partito a far cessare la propria posizione di presenza nella giunta. La nostra posizione è “senza se e senza ma” e fa riferimento alla realtà regionale. Con l’augurio che il nazionale del Pd si svegli, perché quello che sta accadendo oggi in Sicilia rappresenta, questo sì, la vera rottamazione del Pd in campo nazionale”.
Orlando continua il suo affondo rivolgendosi a Caterina Chinnici, a Massimo Russo, a Giosuè Marino: “è un brutto modo – dice – per finire la loro carriera di funzionari dello Stato. Poi, per quanto riguarda la loro carriera politica, non mi riguarda. Io aspetto il responso dei magistrati – conclude Orlando – ma prendo atto che due magistrati e un prefetto hanno deciso di concludere in maniera certamente non gloriosa la loro carriera, quella burocratica. Mi auguro che ne comincino una gloriosa di segno politico. Ma, in tal caso, di segno ben diverso e opposto rispetto a quello che ha contraddistinto la loro esperienza fino ad ora”.