CATANIA – “L’accorpamento della Camera di Commercio del Sud Est (Catania, Siracusa e Ragusa) si farà in tempi brevissimi. A giorni pubblicheremo il decreto di insediamento del Consiglio”. Con queste parole Rosario Crocetta, presente a Catania per offrire solidarietà e indignazione ai fatti intimidatori che hanno colpito i vertici della Pubbliservizi, ha messo un punto su una vicenda che si trascina da più di un anno e che ha investito e coinvolto, inevitabilmente, anche il Caso Sac. Da tre mesi, infatti, la società di gestione di Fontanarossa balla danze acrobatiche per avere un amministratore delegato che risponda ai requisiti previsti dallo statuto. Ed è forte il sentore che queste acrobazie siano frutto di venti politici che soffiano, all’occorrenza, da una parte o dall’altra. Intanto oggi è – di nuovo – il grande giorno. Il giorno del CdA e, forse, del parere del Collegio sindacale sul quale il presidente fa sorvolare un dubbio di opportunità. “I sindaci avrebbero potuto esprimere un parere preventivo, invece di rifiutarsi”. Ma tant’è, questa è la fidanzata, “zita” si direbbe sotto l’Etna.
Ed è per questo che ancora non si sa se questo agognato amministratore delegato si farà oppure no. E non lo sa neanche Crocetta, che rivendica e mantiene quel ruolo di arbitro che da settimane ha scelto per sé, anche se tutti sanno che senza un suo “Sì” foglie non se ne muovono. “Non attribuitemi questo potere – risponde -. Il Collegio dei sindaci non è di nomina regionale per due terzi. Però – aggiunge sornione – ho visto questa presa di posizione del senatore M5S Mario Giarrusso. I rappresentanti della Regione, e in particolare il rappresentante dell’Irsap, avevano eccepito alcuni dei punti sollevati da Giarrusso su Nico Torrisi, sia per i titoli universitari sia sulle capacità dell’azienda di avere un fatturato omogeneo. L’unica valutazione in corso – e credo che sia veramente tecnica, commenta Crocetta – è quella sull’attività professionale e di revisore dei conti esercitata da Nico Torrisi. Diciamo che le perplessità di Giarrusso sembrano copiate dalle dichiarazioni del nostro rappresentante”.
E dire che qualcuno, senza quasi farsi sentire, ha osato la parola “dettate”. “Ma Giarrusso non è tipo – continua Crocetta. È più probabile che abbia avuto accesso agli atti”. Eppure, di una cosa è certo il presidente: le considerazioni espresse dal senatore, da un punto di vista politico, non gli sono piaciute per niente. Gli piace invece Torrisi, e confida nel fatto che abbia i requisiti, e gli piaceva la Laneri. E su entrambi è convinto – oggi come ieri – che i requisiti li abbiano. Tutti e due. “E se fossero stati designati cinque anni fa, nessuno avrebbe avuto nulla da dire”. E in questo Crocetta non sbaglia. Se no non si capirebbe come ha fatto Nico Torrisi a fare l’amministratore delegato nel 2012. Con lo stesso statuto. Con lo stesso articolo 23. E con qualifiche professionali o di altro genere più povere di cinque anni. Cosa è cambiato? “Le persone che formano il collegio” ecco cosa è cambiato, ammette Crocetta “ed è per questo che io, in questa vicenda, non voglio entrarci. La lascio alle categorie. Prova ne sia che i commissari non si sono opposti”.
I commissari governativi sono l’altra nota dolente di questa vicenda. Enti soci che rappresentano una maggioranza, più che qualificata, diretti non da legali rappresentanti ma da nomine politiche. Eppure anche questo verrà superato. “Presto, prestissimo” rassicura il presidente che considera ormai storia morta il Collegio di Garanzia istituito ad agosto e, alla luce della risposta del ministero, anche le richieste avanzate in questi giorni dalla Camera di Commercio di Siracusa e dai sindaci aretusei in stato di mobilitazione. “Sembra quasi che i problemi se li creino. Staccarsi dall’accorpamento in corso è impossibile” rincara con foga il governatore mentre aggiunge che il decreto era praticamente pronto. “La Super Camera si farà e se la magistratura ravviserà irregolarità, pagherà chi dovrà”.
Certezze e incognite vanno però di pari passo e i dubbi sull’esito del CdA, che si terrà oggi in Sac, sono concreti. Come è concreta la volontà della Regione di voler procedere con un atto di interpello, che verrà pubblicato per quindici giorni su scala nazionale, nel caso in cui l’esito di oggi dovesse essere negativo. “Non l’abbiamo attuato perché si è detto che si sarebbe perso tempo. Alla fine il tempo l’abbiamo perso lo stesso”.