Sammartino, Barbagallo, Villari |Pd: "Due poltrone per tre" - Live Sicilia

Sammartino, Barbagallo, Villari |Pd: “Due poltrone per tre”

A meno di sorprese, solo due seggi saranno assegnati ai democratici etnei. Ma cambiare lista potrebbe segnare l'uscita dal partito.

le ripercussioni
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CATANIA – Conti e calcoli per assicurarsi un posto all’Ars. Dopo l’ufficializzazione della candidatura di Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo e rappresentante del cosiddetto “modello Orlando”, a presidente della Regione alla guida del caleidoscopico centrosinistra, nome “civico” gradito a Matteo Renzi, pare si sia fatta sempre più frenetica la conta da parte dei pretendenti un posto all’Ars dell’ampia coalizione. Costretti, come prima più di prima, a contarsi e contare i voti a disposizione, chiudere accordi e stringere le mani, per poter ottenere l’ambita poltrona. A Palermo o a Roma.

Con la candidatura civica di Micari, nome voluto da Leoluca Orlando e che ha ottenuto il benestare di tutte le anime della coalizione, compresi alfaniani e centristi, il Pd inteso come partito sembra perdere forza, ridimensionato. I rumors che vorrebbero vicepresidente un popolare o un centrista potrebbero avvalorare questa tesi. In ogni caso, quella del candidato civico sembra per tutti la migliore scelta, per rafforzare e allargare la coalizione, così come per segnare una netta discontinuità con il governo Crocetta e provare a vincere la partita delle prossime elezioni regionali. Chi però riuscirà ad accaparrarsi un posto all’assemblea siciliana è ancora tutto da vedere. Soprattutto nel Pd alle falde dell’Etna.

Degli 11 seggi che verranno assegnati a Catania, infatti, a meno di sorprese e di risultati strabilianti, quelli a disposizione del Pd potrebbero essere solo due per l’Ars. Che, visti i risultati elettorali dell’ultima tornata regionale, dovrebbero andare a Luca Sammartino, campione di consensi nel 2013, e Anthony Barbagallo, assessore dem del governo Crocetta, anche lui porterebbe in dote numerosi voti. Il terzo posto, il primo dei non eletti in questa simulazione, dovrebbe essere di Angelo Villari. Tra i primi a esternalizzare la volontà di correre per l’Ars  – si è dimesso appositamente dalla carica di assessore al Welfare della giunta Bianco – potrebbe essere lui “l’escluso”.

Per questo, l’ex leader della Cgil starebbe, in nome delle idee e delle istanze che uniscono storicamente il popolo della sinistra, spingendo – come i colleghi ma più dei colleghi – per l’ingresso in coalizione di Mdp- Art.1, lista che poterebbe ospitarlo, “Solo se c’è l’accordo con il Pd”, afferma il diretto interessato, o nella lista dei territori di Leoluca Orlando, che più facilmente supererebbe lo sbarramento.

Questo però lo costringerebbe a uscire dal partito. Ieri pomeriggio, infatti, nel corso della riunione allargata del Pd, a Palermo, è stato stabilito che gli iscritti al partito dovranno candidarsi nella lista dei democratici. Una scelta che si potrebbe riversare sul sindaco Bianco, che non avrebbe un candidato nel Pd, considerato che il suo capogruppo a Palazzo degli Elefanti, Alessandro Porto, pare non intenzionato a correre nella lista dei democratici.

 

 

 

 

 

 


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