Chi lo conosceva anche ai tempi dell’infanzia sostiene che Pietro Accardi è sempre stato un talento. Uno che – la mattina, sulla strada per la scuola – palleggiava con le lattine vuote raccattate per strada. Una sorta di piccolo brasiliano. E si capiva che avrebbe fatto figura nel calcio che conta. In fondo, Accardi è stato fortunato. Le strade asfaltate della vecchia Palermo brulicano di “picciotti” con i piedi magici.
E’ che la magia si ferma lì, in un’inutile esibizione di talento. Non trova i canali giusti per diventare destino. Ma Pietro si è meritato la sua buona stella. Per il sudore che ci ha messo, per essere sempre rimasto un tipo generoso. Uguale al ragazzino che prendeva a calci le lattine sui sentieri dell’infanzia.
Ora affronta il Palermo, con la maglia doriana, cioè con la maglia sbagliata. Come ha confessato, intervenendo a “Sotto l’erba”, grande sarà la sua emozione a Marassi. “Mi piange il cuore nel vedere un Palermo senza giocatori palermitani in campo – ha detto Accardi -. Si è visto anche con Ciaramitaro, un giocatore che ha dimostrato le sue qualità ovunque è andato”. Lo stesso Maurizio, centrocampista di qualità, nell’atto di lasciare viale del Fante per la pur calorosa Salerno, si è tolto qualche sassolino dagli scarpini: “Forse qui non vogliono giocatori palermitani”. La diaspora dei palermitani di Palermo non è una storia recente e non vale la pena sciorinarla di nuovo. Comunque, il doriano rosanero promette battaglia: “Non siamo contenti della nostra prestazione contro la Roma. Saremo molto arrabbiati”. Di quelle rabbie che si provano solo in certe occasioni. E hanno un fondale di malinconia.