PALERMO – Dopo 24 anni, chiude il supermercato ‘Colle Verde’ in via San Lorenzo Colli a Palermo. La società, gestita dalla famiglia Colantoni, presente da più un secolo nel settore del commercio alimentare in Sicilia, ha inviato ai sindacati la lettera di avvio della procedura di mobilità per 33 dipendenti. “Una scelta sofferta ma necessaria – afferma il CdA di Colle Verde Spa – almeno in questo ambito e in questo momento storico. La società, infatti, proseguirà sul fronte dell’attività di ingrosso tradizionale e della distribuzione che, se da un lato consente di raggiungere risultati economici sostenibili, dall’altro permette all’azienda di non disperdere tutta la forza lavoro, costituita da personale competente”.
Dal 2005, a causa dell’apertura di altre strutture e di ipermercati concorrenti nello stesso territorio, “l’azienda ha registrato un significativo ridimensionamento del volume dei ricavi nelle vendite. Il 2014 è stato l’anno in cui si è paventata, per la prima volta, l’ipotesi di una chiusura. Ma abbiamo voluto proseguire puntando sul rilancio e investendo importanti energie e capitali, evitando ricadute occupazionali. Si è così avviata una completa ristrutturazione del supermercato, che all’inizio ha dato esiti positivi. Negli ultimi anni i risultati sono tornati ad essere negativi”.
“Inaccettabile apprendere da un comunicato aziendale diffuso a mezzo stampa – dichiara Mimma Calabro, segretario generale della Fisascat Cisl Palermo Trapani – della chiusura del supermercato Colleverde che, purtroppo, allo stato attuale, da quanto annunciato dalla stessa società, si traduce con il licenziamento di 33 lavoratori”.
La sindacalista non nasconde l’amarezza per una situazione che, se probabilmente affrontata diversamente, avrebbe potuto avere risvolti differenti. “Non solo non comprendiamo per quale motivo la società non abbia, nel tempo, convocato le organizzazioni sindacali per rappresentare quella che oggi dichiarano essere una scelta causata dalla crisi del settore. La chiusura e dunque i paventati licenziamenti avrebbero dovuto essere l’ultima ratio. E, invece, alcuni lavoratori ci hanno raccontato di aver appreso di questa drammatica notizia solo stamattina quando sono stati convocati durante le ore di lavoro facendogli sospendere, addirittura, il servizio che stavano rendendo alla clientela. Per non parlare di tutte le maestranze che, non in turno, sono venute a conoscenza, dagli organi di stampa, della possibilità che stiano perdendo, dall’oggi al domani, il proprio posto di lavoro. Probabilmente, soprattutto in momenti così delicati che mettono a soqquadro la tranquillità dei lavoratori e delle loro famiglie – tuona Calabrò – le aziende dovrebbero ricordarsi che i lavoratori non sono merce da scartare. Dietro ogni lavoratore c’è una famiglia che, allo stato attuale, è stata travolta da uno tsunami. Abbiamo già inviato all’azienda una richiesta di incontro urgente. Richiederemo di attivare ogni percorso che possa tutelare i lavoratori – conclude Calabrò – Ai lavoratori Colleverde esprimiamo vicinanza, solidarietà e rinnoviamo l’impegno della Fisascat a rimanere al loro fianco”.