Scandalo Tutino: ultima offesa | Cara Lucia, la 'festa' è finita - Live Sicilia

Scandalo Tutino: ultima offesa | Cara Lucia, la ‘festa’ è finita

La vicenda giudiziaria avrà il suo corso. Ma le proporzione dello scandalo sulla storia di Tutino e delle presunte accuse che lo riguardano è già vasta. Nella bufera, ancora una volta, l'assessore Lucia Borsellino. Le avevamo scritto una lettera di scomoda amicizia. Ora ci riproviamo.

Appena ieri avevamo scritto una lettera all’assessore Lucia Borsellino, chiedendole di liberarci da un malinteso: dall’appropriazione politicamente indebita del nome di suo padre a opera della compagnia di giro dell’ormai nota rivoluzione.

Era una richiesta perentoria che aveva nelle sue corde molte cose: il rispetto umano per una donna che fu travolta dall’indicibile, traendone linfa e coraggio, il sentimento della decenza tradita di chi annota con malinconia – proprio attraverso la parata di certi cognomi posti a presidio di certe roccaforti del potere – il tramonto di una bella antimafia, ormai strangolata dall’antimafietà delle carriere. Infine c’era – in quella lettera di affettuosa critica e di scomoda amicizia – la desolazione di chi sa quanto sia lontana dalle persone e dai loro problemi questa malandata Sanità siciliana, quanto sia nemica dei soldati semplici della corsia ospedaliera che vorrebbero essere medici e infermieri, non burocrati. Medici e infermieri, non straccioni dell’altrui speranza, in lotta contro i mulini a vento.

Ora, ci pare che perfino la parola ‘malinteso’ sia stata scavalcata dall’evidenza. La vicenda di Matteo Tutino – uno ‘scandalo’ nel senso del clamore che ha assunto, a prescindere dai risvolti giudiziari che invocano un principio di limpido garantismo – è l’ultima lapide di un camposanto di buone intenzioni. Una pietra tombale pesantissima, perché rievoca e porta a una prima conclusione – basta rileggere i numerosi articoli sul tema – alcuni eventi in successione che hanno devastato l’immagine di un grande ospedale palermitano e dei suoi ottimi professionisti, gettando nuove ombre sul sistema.

Cara Lucia, rinnoviamo l’appello. Non c’è più alcun malinteso. Se rimani lì dove sei, sulla tua poltrona di assessore, sarai additata come colei che non vuole vedere ciò che tutti hanno già abbondantemente visto; colei che si ostina a partecipare a una ‘festa’ con cui non ha mai avuto niente da spartire. Non varrà la giustificazione dello spirito di sacrificio che è la tua dote principale, né servirà indicare la nettezza della coscienza. E di te diranno – come hanno detto molti lettori di LiveSicilia nei commenti a corredo della lettera domenicale – che rappresenti solo l’ennesima figurina siciliana legata a un apparato. Noi non lo crediamo e lo ripetiamo senza pelose ipocrisie, tuttavia è naturale che il dubbio possa insinuarsi. Vuoi davvero che accada tutto questo?


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