PALERMO – Un migliaio di bancari in piazza Verdi, a Palermo, per manifestare in occasione dello sciopero nazionale del comparto proclamato da Dircredito, Fabi, Fisac-Cgil, Fiba-Cisl, Sinfub, Ugl credito, Uilca Uil e Unisin, per rivendicare il rinnovo del contratto di categoria disdettato unilateralmente dall’Abi. “Siamo in sciopero perché vogliamo rinnovare il nostro contratto di lavoro che è scaduto già da più di un anno. Siamo in piazza perché vogliamo portare ai cittadini, alle istituzioni, i nostri problemi. Noi siamo per una banca nuova, diversa. Una banca che sia al servizio delle famiglie e della piccola e media impresa, perché è dal sud che deve ripartire la ripresa economica del Paese -ha spiegato Massimo Masi, segretario generale Uilca -“.
Una manifestazione, quella di oggi, che non ha riguardato soltanto Palermo ma tutta l’Italia e che, ha previsto lo svolgimento di manifestazioni collaterali a Roma, Milano e Ravenna. Dunque sportelli chiusi e un’adesione, secondo dati sindacali, pari al 90% per uno stop che è stato ritenuto necessario dalla categoria che ha visto venire meno importanti garanzie lavorative.
Presenti in piazza lavoratori di tutte le filiali cittadine e regionali, anche della Calabria, per dire no non soltanto allo smantellamento del contratto ma anche alla richiesta di un bancario multitasking, venditore di prodotti. Proprio su questo si è focalizzata Elena Aiazzi, segretario nazionale della Fisac Cgil: “Senza contratto non ci può essere una banca al servizio della collettività e del mondo produttivo. Oltre ai diritti e alle tutele nei nostri contratti è prevista la formazione, che le banche stanno riducendo fornendola solo online. I banchieri non ci vogliono liberi, non ci vogliono tutelati, ci vogliono piegati ed obbedienti”.
A soccombere sarebbero anche e soprattutto i giovani. Una delle pregiudiziali poste dall’Abi, infatti, è proprio il blocco definitivo degli scatti di anzianità, l’unica vera forma di incremento salariale. “Siamo disposti a trattare ma non accettiamo le pregiudiziali”- ha detto Masi -. Senza lo scatto di anzianità i giovani perderebbero 400 euro al mese, per loro non ci sarebbe alcuna possibilità di crescita. Dobbiamo trovare delle soluzioni ma sarà difficile perchè l’Abi è divisa, mossa da ragioni egoistiche. Noi oggi siamo qui per dire basta alla politiche dell’Abi e alle politiche dei banchieri. Oggi, è l’inizio di una lotta. Se nulla cambierà noi continueremo a manifestare”.
“Sono vicino alla categoria – ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – che rivendica le giuste garanzie contrattuali e salvaguardia degli spazi occupazionali nel settore. La crisi del settore è grave in tutta Italia, ma lo è ancora di più in Sicilia dove nell’ultimo decennio si è anche registrata la scomparsa di prestigiose Aziende di Credito con il conseguente accentramento dei centri direzionali in altre aree del Paese. Ciò ha portato ad un idimensionamento degli organici e a una perdita occupazionale, relativa a Palermo e Sicilia, di circa 12 mila posti di lavoro. E’ un dato che contrasta fortemente con quello registrato nel Nord del Paese, dove invece le aziende hanno assunto nuovo personale, così come hanno fatto con alcune delocalizzazioni all’estero. Sono certo che i sindacati di categoria, che hanno scelto Palermo come sede dello sciopero nazionale di oggi, si faranno carico di evidenziare il problema emergenziale dell’occupazione nell’Isola”.