PALERMO – “Noi viviamo fra Enna e Caltanissetta in un’area con migliaia di ragazzi malati di sclerosi multipla, di leucemia, di tiroide, a causa delle miniere di Monte Capodarso, di Serradifalco, di altre tappate con rifiuti tossici arrivati da tutto il mondo, come finalmente conferma qualche pentito di mafia”, raccontava l’assessore Linda Vancheri in una intervista al mensile I love Sicilia. Ponendo l’accento su un argomento che ha ormai assunto le dimensioni del dramma.
Ed è per questo, per tenere desta l’attenzione sulle problematiche ambientali che vengono ritenute collegate con le miniere di sale dismesse, che domani mattina, alle 9,30, all’interno della Chiesa Madre di Serradifalco, si terrà il convegno “Miniere: problema o risorsa. La salubrità è la salute dei cittadini?”, promosso dalla Camera di commercio di Caltanissetta che domani sarà rappresentata dal suo presidente, Antonello Montante, e dalla Regione siciliana che domani vedrà partecipare al convegno gli assessori Vancheri, Lucia Borsellino (Sanità), Nelly Scilabra (Formazione), Mariella Lo Bello (Territorio) e Nicolò Marino (Energia). “Occorre trovare soluzioni immediate – commenta Montante – per mettere un freno all’alto tasso di malattia che c’è sul territorio. Un tempo, le miniere erano luogo di morte ma anche di speranza. Adesso, dopo questo scempio ambientale, sono solo luogo di morte”.
“Il rischio della contaminazione ambientale – spiegava Linda Vancheri – è materia di inchieste partite, malfatte, chiuse e adesso riaperte. Migliaia di famiglie hanno malati e devono convivere con questo tormento che non finirà se non si bonifica il territorio. A San Cataldo sono 200 i malati di sclerosi, mille in provincia di Caltanissetta, cifre spaventose. Sono quasi tutti ragazzi nati fra il 1974 e il 1977, qualcuno anche nel 1980. Ammalati per quello che mangiano o respirano, o per quello che hanno dalla nascita”.
Una questione aperta, insomma. E per la quale si cerca ancora di trovare delle risposte.