Se Falcone e Borsellino servono | per vendere le limonate - Live Sicilia

Se Falcone e Borsellino servono | per vendere le limonate

Palermo. Un carretto con una nota foto di Falcone e Borsellino. Una coincidenza? No. Forse è una rivoluzione.

C’è l’annuncio di una rivoluzione imminente nel banchetto del venditore di limonate che espone, accanto ai pipittoni, una celebre foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il folclore, la mercanzia di minuscolo cabotaggio, il marketing del rinfresco descrivono un mondo che sta cambiando nell’asprezza di un bicchiere di succo di limone, acqua gasata e sale. Finora la nostra esportazione si è basata sulla Sicilia più nota e triste: quella dell’ombra. U mafiusu e a mafiusa con le minne al vento. L’amaro Don Corleone. La mascella flaccida di Marlon Brando-il Padrino nelle magliette a sfondo nero. E la musica di Cosa nostra, suonata nei bar di paese per far ridere gli americani con cui si intreccia una evidente mutualità: loro vengono qui per cercare la Sicilia degli sceneggiati, noi andiamo là per assaggiare l’America dei film. Entrambe non esistono più, se non nella ripetitività dei registi, o nei dialoghi di un dialetto che nessuno ha mai parlato davvero.

Invece, il mercante di limonate anticipa una novella che si innesta dentro una storia diversa. C’è una Sicilia virtuosa che diventa prodotto e  pubblicità, anche se non ha a che fare con la saga dei corleonosi, con don Vito, con Sonny, con Binnu, con Messina Denaro, con tutta la paccottiglia dell’immaginario che è la forza criminale della mafia, prima del sangue e delle pistole. I boss regnano dove si narra una leggenda nera e oscena. I mammasantissima muoiono e finiscono i loro giorni imprigionati, soprattutto se il dito dell’innocenza li spoglia del mito. Se pensi che Riina è un miserabile disgraziato, se rifletti sul destino di Provenzano, un orribile vecchio malato che ha sbagliato i suoi conti. Se scrivi su un muro che la mafia è una montagna di merda, ma che è pure la via più sicura per assicurarsi un’esistenza di pene e tribolazioni, annegata nell’oro.

Il limonaro ha compreso tutto. Falcone e Borsellino non sono soltanto buoni, sono pure convenienti. Grandi uomini in carne e ossa. Facce che piacciono nella loro trasfigurazione in cose che si possono toccare. Quando finalmente lo capiranno i siciliani, non solo i turisti del 23 maggio o del 19 luglio, Cosa nostra diventerà un mucchietto di cenere.

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