CATANIA. Le incontro di nuovo, a distanza di un anno dalla prima intervista. Lo scorso anno l’emozione per l’avvenuta iscrizione nel registro delle unioni civili, le prime in assoluto a Catania, era più palpabile. Pochi giorni fa Laura Testa, 34 anni, e Rosalba Caruso, 45 anni, hanno detto nuovamente sì davanti al sindaco di Catania Enzo Bianco. Ancora una volta sono le prime ad “unirsi” dopo l’approvazione del ddl Cirinnà. Questa volta i visi sono più distesi.
Ci eravamo lasciate un anno fa dopo il primo sì. Ci avete preso gusto?
“In effetti si (ride). Non ti nascondo – dice Rosalba – che ci ha chiamato anche un prete ecumenico, che presto aprirà una prima chiesa in una frazione di Acireale, e vuole sposarci. Ma noi sinceramente siamo cattoliche e anche se, tra coloro che professano la nostra religione, non tutti condividono la nostra scelta, non ha importanza. D’altronde non mi importa chi ci sposa, l’importante è stare bene con Laura”. “Si – prosegue Laura – diciamo che ci abbiamo preso gusto. In realtà questo secondo sì lo abbiamo detto per avere più tutele. La prima volta era una cosa un po’ più provvisoria. Ancora siamo lontani dal vero matrimonio, però ci stiamo avvicinando”.
Eravate emozionate come la prima volta?
“L’anno scorso io ero di ghiaccio. Ero talmente nervosa – racconta Rosalba – da avere una paresi al posto del sorriso. Quest’anno, invece, ero molto più rilassata. Una cosa che abbiamo notato e che c’erano molte più persone che non conoscevamo, che sono venute a salutarci”. “La prima volta ero agitata. Pur non essendolo – prosegue Laura – l’ho vissuto come un matrimonio vero. Ma anche quest’anno ho sentito l’emozione, anche perché c’erano tanti giornalisti. E’ stato un evento più mediatico quest’anno. Nonostante tutto non posso paragonarlo al primo”.
Tuo padre (di Rosalba) e tua madre (di Laura) hanno fatto fatica ad accettare questa unione. Nonostante ciò lo scorso anno sono venuti al matrimonio. Lo hanno fatto anche quest’anno?
“Si – dice felice Laura – hanno partecipato anche alle seconde nozze. Con l’arrivo di questa legge, secondo me, la mente delle persone sta iniziando a dilatarsi. Se la legge sarà migliorata, andrà ancora meglio”.
Che tutele avete in più rispetto al primo sì?
“Le novità più importanti – dichiara Laura – a mio parere sono la reversibilità in caso di morte, l’assistenza sanitaria e il diritto all’eredità”. “La cosa più assurda di questa legge, quella che mi arrabbiare – la interrompe Rosalba – è che a differenza delle coppie eterosessuali se noi abbiamo una qualsiasi pendenza penale non abbiamo diritto a “sposarci”. Questo è razzismo”. “Ma anche il fatto che non sia previsto il vincolo di fedeltà – aggiunge Laura – è assurdo”
Conoscete coppie intenzionate a seguirvi in questo percorso?
“Non solo coppie che conosciamo – dice entusiasta Rosalba – ma anche molte coppie che ci hanno contattato tramite facebook. Molti ragazzi giovanissimi, di 22, 20 ed anche 16 anni, che ci hanno chiesto informazioni pratiche. Ci siamo rese conto che sul tema c’è parecchia disinformazione, oltreché tanta incredulità. Spesso mi chiedono se sia veramente possibile farlo”. “Io però voglio dire una cosa ai ragazzi che vogliono intraprendere questa strada – dice Laura – Non sposatevi solo perché adesso è uscita la legge. Io ho 34 anni, Rosalba ne ha 45, e abbiamo già alle spalle sei anni di convivenza. Cercate di non affrettare i tempi”.
Cosa consigliate a chi invece vive con disagio questa situazione con i propri familiari?
“Io consiglio di trovare il coraggio di aprirsi, di parlare con il cuore in mano – spiega Rosalba – Se poi i familiari non lo accettano, è un problema loro, non di chi vive il proprio amore. Se ami tuo figlio, lo accetti. Tu puoi non condividere il mio pensiero ma lo devi rispettare. Però è anche vero che bisogna dare del tempo perché a volte non è facile accettarlo subito”. “Non si può più vivere come anni fa – continua Laura – che per fare contenti mamma e papà dovevamo essere noi infelici tutta la vita. Io e Rosalba ci mettiamo la faccia anche per fare capire alle persone che si può stare insieme, che non è più una cosa dell’altro mondo”.
Voi vivete a Nunziata, una piccola frazione di Mascali. Sentite apertura o diffidenza da parte della gente?
“Ci sentiamo di sicuro osservate – dice ridendo Rosalba – Le persone più adulte, dai 60 anni in su, ci guardano con espressioni sbigottite. Ma noi continuiamo a camminare mano nella mano in modo naturale. Non mi interessa quello che pensano le persone”.
Come è trascorso questo primo anno insieme?
“Non è cambiato niente”, spiega Laura. “Più passa il tempo – evidenzia Rosalba – e più iniziamo a fare progetti più grandi di noi. Progetti difficili che non è possibile realizzare in Italia”. La interrompo.
Un figlio? Ne avevate accennato già lo scorso anno.
“Si, adesso ci sentiamo più pronte – dice con sicurezza Rosalba – Vorremmo avere un figlio nostro”. “Pensiamo all’Inghilterra o alla Spagna”, puntualizza Laura. “Se non dovessimo riuscire, penseremo all’adozione – prosegue Rosalba – E’ meglio lasciare un bambino abbandonato in orfanotrofio o dargli una famiglia? Qualcuno che lo cresce, lo fa studiare. Io lavoro nelle case famiglie. I bambini hanno bisogno soprattutto di affetto. Hanno bisogno di amore. L’amore è la parola più bella che c’è nel nostro vocabolario. Perché abbiamo paura di questa parola?”.