Sequestro Rappa, decisione rinviata| Nuova proroga per la perizia - Live Sicilia

Sequestro Rappa, decisione rinviata| Nuova proroga per la perizia

La concessionaria Nuova Sport Car

I consulenti hanno altri tre mesi di tempo per completare lo screening sul gruppo palermitano.

MISURE DI PREVENZIONE
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PALERMO – Di proroga in proroga. Ci vorranno altri tre mesi prima di conoscere l’esito della perizia sui beni dei Rappa. I consulenti hanno chiesto e ottenuto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale altri 90 giorni di tempo per completare lo screening sugli intrecci societari del gruppo imprenditoriale palermitano. Si torna in aula a fine dicembre. La decisione sul sequestro Rappa, dunque, slitterà al nuovo anno. Si tratta della seconda proroga dopo quella concessa agli esperti prima della pausa estiva.

Il Tribunale, ora presieduto da Giacomo Montalbano, a conclusione della prima perizia consegnata dopo un anno di lavoro, ha chiesto agli esperti di approfondire due aspetti. Primo: la provenienza dei beni della moglie di Vincenzo Rappa, morto a Palermo nel 2009 dopo essere stato condannato per mafia. Secondo: il Gruppo Rappa nel 2000, scrissero gli investigatori, aveva un’esposizione debitoria nei confronti delle banche di 250 miliardi di lire; nel 2007 la Sicilcassa cedette alla società Finmed di Milano i crediti vantati nei confronti delle società; la Finmed è controllata dalla Med Group, altra società del Gruppo, “che ha liberato da ogni vincolo ipotecario e di pretesa di terzi il consistente patrimonio immobiliare – aggiungevano gli investigatori – illecitamente costituito da Rappa Vincenzo immettendosi nella piena proprietà dello stesso”. Secondo l’accusa, “alla morte di Rappa il suo patrimonio è passato agli eredi, ma mentre Rappa era ancora in vita i nipoti Vincenzo Corrado e Gabriele, con articolate acquisizioni finanziarie hanno consolidato il controllo delle imprese”.

In una delle scorse udienze Vincenzo Corrado, nipote di Vincenzo Rappa, ha spedito al mittente le accuse, spiegando che Finmed, a causa dei gravi inadempimenti contrattuali delle società del Gruppo, decise di dare corso a delle esecuzioni immobiliari per recuperare il denaro. L’acquisto dei crediti vantati dalla Sicilcassa da parte di Finmed era stato effettuato in parte con soldi a disposizione di Vincenzo Corrado, giustificati con redditi alti regolarmente dichiarati, e in parte con un mutuo bancario. “Ben venga qualunque accertamento, l’operazione Finmed è una normale cartolarizzazione effettuata sotto l’egida della Banca d’Italia”, aggiunsero i legali. Il punto è che già la sola ricerca della documentazione bancaria è un’operazione complicatissima per i periti.

Il valore del patrimonio Rappa è stato stimato in 800 milioni di euro. Ne fanno parte società, immobili, aziende di pubblicità, l’emittente televisiva Trm e la concessionaria “Nuova sport car”. Le imprese proseguono regolarmente la loro attiviità. A disporre il sequestro fu la vecchia sezione del Tribunale, allora presieduta da Silvana Saguto, oggi sospesa dal Csm e sotto inchiesta a Caltanissetta, su proposta della Direzione investigativa antimafia. Amministratore giudiziario fu nominato Walter Virga, pure lui sotto inchiesta nel cosiddetto scandalo Saguto.

La Cassazione nei mesi scorsi ha bocciato i provvedimenti emessi nel 2014 nei confronti del figlio di Vincenzo, Filippo, e dei nipoti. Erano stati erroneamente considerati eredi del capostipite della famiglia. È rimasto in piedi il terzo sequestro, quello emesso nel febbraio 2015 sulla base della valutazione dei pm Claudia Ferrari e Daniela Varone secondo cui, Filippo Rappa e i figli Vincenzo Corrado e Gabriele, sarebbero “socialmente pericolosi”.


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