RAGUSA – Il presunto boss ragusano Gianfranco Stracquadaini si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo ha fatto questa mattina in videoconferenza dinanzi al gip. Oggi infatti era in programma l’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto, avvenuto ieri a Comiso, nel Ragusano. Stracquadaini era stato latitante per 18 mesi. E’ indagato per associazione mafiosa, tentato omicidio aggravato e porto d’armi da fuoco.
A queste ipotesi di reato vanno aggiunte però la detenzione delle armi trovate nel suo covo. Vi è poi il possesso di un documento d’identità contraffatto. La stretta che ha portato all’arresto del presunto boss cinquantenne, detto “faccia d’angelo”, è di settembre. In quei giorni il fascicolo sul sequestro di un diciassettenne a Vittoria è passato dalla procura ragusana alla Dda di Catania. A coordinarla il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita.
Le ipotesi dietro al sequestro di Vittoria
Dietro al sequestro potrebbe esserci proprio Stracquadaini che, dopo la sua scarcerazione nel luglio 2023, avrebbe stretto legami con criminali albanesi, soprattutto per il traffico di droga. Nel territorio ragusano gli albanesi avrebbero trovato terreno fertile anche per impiantare attività lecite come serre per la produzione di ortaggi.
Il gruppo criminale di stiddari capeggiato dall’ex latitante sarebbe stato intenzionato a ricoprire il vuoto lasciato dai mafiosi del clan Carbonaro Dominante, quasi tutti in carcere. Il rapimento del giovane sarebbe stato un segnale per mostrare il potere del nuovo clan emergente. Un’altra ipotesi investigativa è che il rapimento sia stato fatto da un’altra banda criminale. E Stracquadaini, dopo aver visto l’impegno delle forze dell’ordine nel territorio – attraverso messaggi indiretti, alcuni apparsi anche sui social – avrebbe consigliato di rilasciare subito il sequestrato.
La banca specializzata in furti d’auto
L’indagato farebbe parte di una banda specializzata in furti di automobili grazie a centraline elettroniche – forse fornite dagli albanesi – che permettevano di aprire e di avviare le vetture in pochi secondi.
Nell’ambito dell’indagine sui furti è venuto fuori che Stracquadaini e Rosario Greco, (cugino omonimo dell’uomo che nel luglio 2019 a Vittoria investì e uccise con un suv Alessio e Simone D’Antonio due cuginetti di 11 anni) avevano un piano per uccidere due collaboratori di giustizia. Stracquadaini riuscì a sfuggire al fermo della Dda di Catania per il tentativo di omicidio dell’ex collaboratore Roberto Di Martino, che il 25 aprile 2024, scampò a un agguato a colpi di pistola ma perse un occhio. Una fuga terminata col suo arresto ieri.

