"Serve una svolta politica| Adesso basta vivacchiare" - Live Sicilia

“Serve una svolta politica| Adesso basta vivacchiare”

Livesicilia continua i suoi incontri con i capigruppo di Sala delle Lapidi. Tocca a Sinistra Comune.

GIUSTO CATANIA
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PALERMO – “Serve un rilancio politico dell’amministrazione, che non comprende solo la giunta ma riguarda anche i dirigenti e la macchina comunale, con l’immediata nomina del direttore generale. In questo anno abbiamo vivacchiato, aspettando gli esiti delle elezioni regionali o nazionali, e Orlando rischia di passare dall’essere il sindaco più amato della storia di Palermo a quello più odiato”. Non usa mezzi termini Giusto Catania, due volte assessore del Professore, ex deputato europeo, oggi preside in una scuola del Cep e capogruppo di Sinistra Comune a Sala delle Lapidi.

Perno della maggioranza in Aula, Catania è deciso a far giocare alla sinistra cittadina un ruolo decisivo nei prossimi anni: del resto quello di Sc è stato un esperimento politico riuscito, visto che la lista ha ottenuto quasi il 7% dei consensi e portato a piazza Pretoria una pattuglia di quattro consiglieri. Ma quasi al giro di boa del primo anno di sindacatura, l’ex assessore alla Mobilità non le manda a dire.

“Siamo davanti a una crisi di sistema nazionale da cui Palermo non è immune e le crisi di sistema politico hanno sempre effetti drammatici”, dice Catania ospite di Livesicilia, che continua così il suo ciclo di incontri con i capigruppo del consiglio comunale. “Nelle crisi di sistema, come quella che ci fu dopo il 1992 in Italia, chi viene accusato dei più grandi scempi è sempre quello che fino a poco prima era il più adulato: rischiamo che a Palermo si passi dall’amore in-condizionato all’odio spropositato verso Orlando, caricando sul sindaco la responsabilità di tutto. Questa personalizzazione dello scontro può avere un effetto devastante che rischia di travolgere tutti i soggetti poli-tici che hanno sostenuto l’esperienza di governo della città”.

Un rischio che secondo Catania è più concreto che mai e che il primo cittadino può evitare solo in un modo: “Orlando può continuare a governare la città esclusivamente dalla giunta, come ha sempre fatto, oppure può passare alla storia facendo il salto di qualità, premendo il piede sull’acceleratore nell’indirizzo delle grandi scelte strategiche di trasformazione che passano però tutte dal consiglio comunale. Penso al nuovo Piano regolatore, al decentramento, agli strumenti di partecipazione, ai regolamenti sulla pubblicità e sui mercati, ai nuovi piani industriali e ai contratti di servizio delle aziende partecipate, alle infrastrutture e in particolar mo-do al sistema dei trasporti che è strettamente legato al disegno urbanistico cittadino. Sono cose che possono trasformare la città, ma che passano tutte dal consiglio comunale”.

Insomma, Sala delle Lapidi deve tornare centrale nel dibattito politico: “Una necessità – la definisce il capogruppo di Sinistra Comune – dettata dal fatto che adesso bisogna rendere irreversibili le trasformazioni e il cambiamento che abbiamo realizzato in questi anni. Il tutto con un obiettivo ben preciso: evitare di consegnare la città ai vecchi o ai nuovi barbari nel 2022, di ripetere insomma l’errore fatto nel 2001. Ma serve che Orlando agisca subito: ricompatti la maggioranza in consiglio, quella maggioranza che ha condiviso il suo programma e le sue scelte strategiche, e volti pagina. In questo ultimo anno abbiamo vivacchiato, aspettando le elezioni regionali o nazionali: adesso basta, non possiamo attendere oltre le evoluzioni romane, bi-sogna avviare un’operazione di rilancio politico del governo della città, cosa che va ben oltre il cosiddetto rimpasto”.

Una maggioranza a volte riottosa, a volte insofferente, che non ha mancato di lanciare segnali precisi al sindaco. “Lo abbiamo visto sulla bocciatura dell’Hotspot, ossia su quello che è probabilmente l’atto politica-mente più importante di questo ultimo anno: alla presenza del sindaco, troppi consiglieri della maggioranza erano assenti. Ma non è solo un problema del consiglio, sia chiaro: è prioritariamente del sindaco e della giunta che devono dare l’indirizzo politico. Nella scorsa sindacatura, nel mio primo anno di assessore, mi sono intestato insieme all’Aula le unioni civili, tre anni prima che lo facesse lo Stato, e la Consulta delle culture. Oggi non c’è un coinvolgimento del consiglio”.

Le criticità però non riguardano solo la parte politica: “L’altra grande questione su cui siamo in difficoltà è il governo complessivo della macchina comunale e delle aziende partecipate. C’è una autonomizzazione degli uffici comunali e dei dirigenti delle partecipate e questo fa il paio con le vicende giudiziarie che coinvolgono vari settori immobilizzandoli. Ci vogliono nuovi stimoli e soprattutto è necessario nominare immediatamente il direttore generale e rafforzare il controllo sulle aziende”.

Un cambio di passo che non può ridursi al rimpasto. “Cambiare tre assessori non basta, toglierne tre senza tessera di partito per metterne altrettanti che ce l’hanno cosa cambierebbe? Serve un’operazione di ampio respiro che guardi al futuro, serve una giunta composta da persone che non dicano sempre sì ma che alzino il livello dell’asticella, serve un’operazione politica anche di bilanciamento e riequilibrio. Sinistra Comune queste cose le ha dette al sindaco in un incontro pubblico, ha anche redatto un documento puntuale, vogliamo svolgere un ruolo attivo di governo, abbiamo la cultura e le competenze per farlo. Secondo noi ci sono le condizioni per rilanciare l’azione di governo, ma dobbiamo ricalibrarci: non possiamo dare l’impressione che tutto sia spostato sul Pd. Orlando ha aderito ai dem e oggi la giunta è composta solo da orlandiani. È’ fondamentale garantire un altro punto di vista e una cultura politica che ambisce a trasformazioni importanti della città. Ed ovviamente il no all’Hotspot e la garanzia di mantenere pubblici tutti i servizi locali sono segnali importanti che dimostrano che Orlando fa cose diverse da quelle che fanno i sindaci del Pd in giro per l’Italia. Infine riteniamo importante che non vi siano assessori con troppi poteri e altri senza ruolo ed è necessario che i luoghi della decisione formale corrispondano con quelli della decisione reale. Questi sono elementi fondamentali per fare una giunta politica in grado di dare speranza ai palermitani anche dopo il 2022”.

E infine una stoccata alle opposizioni: “Giocano a inseguirsi a chi la spara più grossa: Ferrandelli alza solo il livello dello scontro in modo propagadistico, i Cinque stelle sono bipolari, cambiando idea ogni dieci minuti, e quelli che tentano di stare in una dinamica istituzionale, come Mimmo Russo e Giulio Tantillo, sono costretti ad inseguire la propaganda e il bipolarismo”.

Ma Giusto Catania tornerebbe a fare l’assessore? “Deciderà l’assemblea di Sinistra Comune, ma solo se ci saranno tutte le condizioni politiche. Queste non sono decisioni personali, altrimenti sarei tornato in giunta sei mesi fa…”.

 

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