Catania- A tre anni dallo scandalo che ha travolto l’Università, arriva il rinvio a giudizio per Elio Rossitto, docente universitario in pensione ed ex ideologo del Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo. Il professore di Economia politica, tra gli uomini più potenti del mondo accademico della Sicilia orientale, è da oggi imputato per tentata concussione e tentata violenza sessuale ai danni di quattro studentesse. Lo ha deciso il Gup, Loredana Pezzino, accogliendo le richieste della pubblica accusa, rappresentata dai procuratori aggiunti, Michelangelo Patanè e Marisa Scavo, e dal sostituto procuratore Lina Trovato. Michelangelo Patanè, in particolare, è stato reggente, con un bilancio positivo, dell’Ufficio dopo il pensionamento di Vincenzo D’Agata.
L’Università di Catania si è costituita parte civile, affidando la rappresentanza legale agli avvocati Guido Ziccone e Tommaso Tamburino. Respinta la proposta di patteggiamento formulata dal legale di Rossitto, Angelo Pennisi: “Non si può parlare di tentata violenza sessuale- ha detto in udienza, durante la replica al Pm- perché l’azione del mio assistito si configura sotto la specie di induzione e non di costrizione”. La richiesta di proscioglimento per l’accusa di tentato reato sessuale è stata però bocciata dal Gup. Ora si va in dibattimento, con la prima udienza che verrà calendarizzata per l’anno prossimo.
Elio Rossitto è sotto inchiesta dall’ottobre del 2009, quando una studentessa della Facoltà di Scienze politiche, Dominique Sanò, ne denunciò la condotta con un video realizzato con telecamera nascosta per la trasmissione televisiva Mediaset “Le Iene”.
Il docente di Economia politica viene ritratto mentre chiede presunti favori sessuali alla ragazza in cambio di un buon voto d’esame e di una carriera universitaria spianata. “Ci facciamo fidanzati per dieci minuti?” è la domanda che il prof. avrebbe rivolto anche ad altre studentesse, durante gli esami che era solito svolgere a porte chiuse. E non era il primo dei casi sospetti. Un’aspirante ricercatrice alla “Kore” di Enna aveva denunciato il comportamento del prof. direttamente al rettore, Salvo Andò, e alla magistratura. Denunce finite nel nulla, fino alla mossa di Dominique. Solo dopo lo scandalo esploso sulle reti Mediaset, le voci nei corridoi di Scienze politiche sono diventate denunce. Quattro studentesse hanno chiesto di essere ammesse al processo come parti civili.
Rossitto si dimise dall’incarico di docente già il 3 Novembre, per evitare procedimenti disciplinari. Oggi è in pensione e l’Università di Catania ha avviato ugualmente l’iter per sottoporre il caso al Consiglio nazionale universitario, che potrebbe sanzionarlo escludendone l’assegnazione a eventuali incarichi presso altri atenei. L’uomo ha sempre respinto le accuse, parlando di “trappola” e rimproverandosi di essere stato “un ingenuo”. Il suo legale, nel pieno della tempesta per quel video a “Le Iene”, ne mise persino indubbio l’autenticità.
Le indagini, però, non si sono mai fermate. Il 25 novembre 2009, il Gip dispose un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, pena scontata per soli 17 giorni nella sua casa di Cassaro. Il mese successivo Rossitto tornò libero. Il Tribunale del riesame annullò l’ordinanza di custodia e il giudice, Marina Rizza, decise di derubricare il reato alla sola tentata concussione. I Pm Patanè, Scavo e Trovato, però, riuscirono a mantenere intatta l’ipotesi di accusatoria originaria, quella sui presunti reti sessuali.
Da allora per Elio Rossitto, ex sindaco di Cassaro in quota Pci ed eminenza grigia di presidenti della Regione come Rino Nicolosi e Raffaele Lombardo, la fortuna sembra essersi esaurita. Arrestato e assolto due volte per accuse di tangenti, dovrà ora affrontare il processo più difficile.