PALERMO – “Nominatemi manager del Parco archeologico di Selinunte e datemi carta bianca. Ci vogliono più imprenditori per la gestione del nostro patrimonio archeologico, storico e culturale. Noi sapremmo come fare”. Quella di Vito Varvaro, presidente di Settesoli, la più grande cooperativa del vino siciliana, è ovviamente una provocazione. Ma nemmeno troppo, in fondo. Da quando ha lanciato l’operazione “Settesoli sostiene Selinunte” per raccogliere fondi attraverso la vendita delle bottiglie del suo vino nei supermercati e la collaborazione con altri sponsor privati ha capito che “c’è tanto da fare insieme”. Soprattutto se si aprono le maglie della pubblica amministrazione e si consente al pubblico e al privato di lavorare insieme, “cosa che accade raramente”.
“Quando ci siamo insediati – ha raccontato in conferenza stampa l’assessore regionale per i Beni culturali, Carlo Vermiglio – abbiamo scoperto che Settesoli si era offerta di investire sul Parco archeologico di Selinunte ma c’erano diversi ostacoli burocratici che non permettevano all’operazione di decollare. Ci siamo impegnati per sciogliere i nodi e abbiamo permesso alla cooperativa di cominciare a occuparsi del Parco Archeologico”, il più grande d’Europa, con 310 ettari di estensione, ma con soltanto il 10% fruibile.
I primi risultati dell’iniziativa sono arrivati. Per ogni bottiglia di vino, infatti, 10 centesimi sono stati destinati a interventi per la conservazione e la fruizione del Tempio C. E il consumatore, a sua volta, può fare una donazione usufruendo dei benefici dell’Art Bonus. Ad oggi sono stati raccolti 120 mila euro e si prevedono altre donazioni per realizzare ulteriori progetti per la valorizzazione del Parco. Già 42 mila euro sono stati destinati all’illuminazione del tempio C e alla realizzazione di un percorso pedonale che dalle mura orientali dell’acropoli condurrà allo stesso tempio, rendendone agevole l’accesso ai disabili.
“Abbiamo portato a termine il primo intervento – ha annunciato Varvaro – l’illuminazione della cinta muraria. L’imponente fortificazione sul mare, che per secoli ha difeso la città greca, da oggi splende con una nuova luce anche di notte con un effetto suggestivo che la valorizzerà”. “Questo intervento, insieme a quelli già programmati e in fase di realizzazione, come l’illuminazione del Tempio C e la realizzazione di un percorso di accesso all’acropoli accessibile anche ai diversamente abili – ha detto Enrico Caruso, direttore del Parco – consentiranno di dare un nuovo volto alle stesse rovine che risulteranno rinnovate e sicuramente più interessanti, in breve si verrà a creare una nuova visione del panorama storico-archeologico.
Il progetto “Settesoli sostiene Selinunte” ha attirato l’attenzione di molti altri manager del settore e di altri enti pubblici tanto che dal Parco archeologico di Paestum, in Campania, hanno chiesto informazioni, dettagli e sono pronti a “copiare” l’idea per metterla in pratica anche nel loro territorio. Per il commissario del Parco di Selinunte, Pietro Sciortino, “la collaborazione con Settesoli ha avviato un cambiamento nei rapporti tra pubblico e privato offrendo un modello culturale di sostegno reciproco per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio. Questo sinergico partenariato assume un valore aggiunto nel momento in cui il parco sta muovendo i primi passi nell’autonomia gestionale”. “Con il progetto pilota ‘Settesoli sostiene Selinunte’ – ha concluso il dirigente generale dell’Assessorato regionale, Gaetano Pennino – abbiamo realizzato una partnership pubblico-privata efficace e paritetica in cui l’elemento di forza è il valore generato dalla cultura non solo economico, ma anche di valorizzazione del nostro patrimonio e di ricaduta in termini sociali nei contesti che ne hanno beneficiato”.