CATANIA. I tre soci di Melchiorre Fidelbo nella società Solsamb srl e poi nel Consorzio Sd@, Salvatore Sciacca, Salvatore Sciacchitano e Giovanni Benedetto, sono stati i primi testimoni della difesa nel processo per truffa aggravata e abuso d’ufficio per l’affidamento senza gara del sistema di informatizzazione del Pta di Giarre. Sentita in aula anche Daniela Giordano, docente del Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università di Catania e consulente della difesa. “In Sicilia non c’era un progetto sulla Casa della salute simile al nostro – dichiara Salvatore Sciacca – Credo che non ve ne fossero nemmeno in Italia”. Un concetto ribadito in aula anche da Salvatore Sciacchitano.
Ancora una volta la difesa punta sull’assoluta novità della proposta progettuale presentata dalla Solsamb. “Un concetto nuovo di sanità – dichiara Daniela Giordano – che prevedeva l’integrazione tra gestione sanitaria e sociale e tra assistenza territoriale e sistema ospedaliero. Due elementi fortemente innovativi all’epoca in Italia”.
Il difensore di fiducia di Fidelbo, Pietro Granata, torna anche sull’incontro a Palermo con l’allora assessore regionale alla Sanità Massimo Russo, appena insediatosi. Tutti e quattro i soci riferirono al neo assessore dell’opportunità legata al finanziamento del Ministero per la Casa della salute, a rischio perdita a causa del mancato cofinanziamento regionale.
Ma ad occuparsi dell’intero iter burocratico amministrativo del progetto, come evidenziato in aula dai tre soci, era principalmente Melchiorre Fidelbo. Ad emergere per la prima volta in aula, su domanda del pubblico ministero Alessandro La Rosa, è un particolare legato alla prima elaborazione progettuale, illustrata nell’estate del 2007 al manager dell’Asp di Catania Antonio Scavone, coimputato insieme a Giuseppe Calaciura e Giovanni Puglisi. Già in quella primissima fase sarebbe stato individuato l’ospedale di Giarre come sede della Casa della salute.
“Siamo andati dal direttore generale dell’Asp con uno schema di massima – risponde Giovanni Benedetto – ma avevamo già individuato, come ipotesi, la possibilità di realizzare la Casa della salute a Giarre. Proposta subito sposata dall’Asp. Confezionammo quindi il progetto per Giarre – prosegue il teste – Gli studi di fattibilità nel dettaglio li ha compiuti per mesi Fidelbo, verificando tutte le necessità. Ha proposto lui Giarre”.
Subito dopo quell’incontro Scavone mise a disposizione il funzionario dell’Asp Vito Litrico con il quale Fidelbo compì numerosi sopralluoghi al nosocomio giarrese per i necessari studi di fattibilità. Attesa per la prossima udienza fissata per il primo luglio. Tra i cinque testi della difesa sfilerà anche l’ex assessore Massimo Russo.