Non è ancora stato pubblicato ma il decreto sul calendario dell’anno scolastico che dovrebbe essere varato nei prossimi giorni dall’assessore regionale all’Istruzione e alla formazione Roberto Lagalla mette sul piede di guerra gli studenti.
Secondo il nuovo calendario dell’anno scolastico, la scuola inizierebbe il 12 settembre, in anticipo rispetto alla data finora fissata. Anche il rientro da scuola dopo le ferie di Natale sarebbe anticipato dall’otto al sette di gennaio. Sarebbe inoltre prevista l’eliminazione del giorno di vacanza in occasione della Festa dell’Autonomia Siciliana, il 15 maggio. Infine, sarebbe previsto un tetto minimo di duecento giorni da dedicare alle lezioni curriculari più undici giorni per attività extracurriculari.
Le contestazioni, però, non riguardano solo i tempi che l’assessorato scandirà per le scuole siciliane ma anche le implicazioni dei contenuti del decreto. Flavio Lombardo, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi Sicilia così commenta la notizia del nuovo calendario: “Ci spaventa più di tutto stando a quanto dichiara l’assessore che i ragazzi saranno tenuti a dire addio ai teatri, alle rappresentazioni, alle presentazioni dei libri, alle visite guidate, ai musei, ai viaggi d’istruzione e a tutte le attività extracurricolari, ridotte unicamente ad undici giorni in tutto l’anno. Un ritorno al passato, in cui si credeva che l’unica formazione necessaria per i ragazzi fosse tra i banchi di scuola e sui libri di testo”.
Si schiera a sostegno degli studenti il deputato regionale di #CentoPassi Claudio Fava, componente della commissione Cultura dell’Ars, che invita l’assessore Lagalla ad ascoltare gli operatori della scuola e commenta così le novità che il decreto starebbe per introdurre: “Eliminare di fatto le attività extra aula significa ridurre l’istruzione a mero atto trasmissivo e burocratico. Esattamente il contrario di quando servirebbe in una regione che accumula record negativi nel settore della scuola e dell’istruzione. Il calendario scolastico varato dal governo regionale finirà per colpire gli studenti con maggiori disagi socio-economici a cui sarà tolta la possibilità di arricchire il proprio bagaglio culturale attraverso attività fuori dall’aula”. E, preannunciando la presentazione di un’interpellanza parlamentare, Fava conclude: “Ci stupisce la mancanza di dialogo tra assessorato e operatori scolastici e ci preoccupa questa visione del ruolo della scuola e degli insegnanti trattati ancora una volta come privilegiati cui togliere vacanze e non come professionisti che meritano rispetto e riconoscimento sociale e istituzionale”.
L’assessore Roberto Lagalla di fronte alle critiche rimanda ai mittenti le accuse, spiegando: “Premesso che l’allargamento delle conoscenze attraverso le azioni formative extra scolastiche costituisce un fondamentale ed integrante elemento delle attività didattiche, resta il problema di garantire la coerenza di queste con il complessivo progetto educativo degli studenti e di bilanciare, anche in termini temporali, il loro impatto sull’apprendimento dei programmi ordinamentali e sullo spazio che ad ogni allievo deve essere garantito per comprendere e maturare metodo e contenuti degli insegnamenti disciplinari, avendo particolare riguardo ai soggetti più svantaggiati”.
“Forse – prosegue l’assessore – e al di là di opportunistiche prese di posizione di certe parti politiche, sarebbe il caso di riflettere più approfonditamente e criticamente sulle complesse ragioni per le quali la Sicilia presenta un documentato ritardo di apprendimento scolastico, come rilevato dai test nazionali di valutazione delle competenze. Ritengo che, anche in questa circostanza come in tante altre, criticare ancor prima che il decreto sia stato reso noto costituisce un atto almeno incauto. – e annuncia – non manca, infatti, nel provvedimento il riconoscimento della prevista ed opportuna flessibilità di modulazione del calendario nell’ambito dell’autonomia scolastica, né, presso l’Assessorato, fa difetto la disponibilità a proseguire nel confronto già avviato con il mondo della scuola, a condizione che il dialogo sia pacato, documentato e rispettoso di tutte le posizioni, senza riserve pregiudiziali”.