Siccità, il lago pieno d'acqua e le pompe guaste: l'appello

Siccità, il lago pieno d’acqua e le pompe guaste: agricoltori in ginocchio

Le preoccupazioni degli imprenditori e le rassicurazioni del professore Barbagallo

PALERMO – “La situazione diventa sempre più drammatica, perché le piogge non ci sono state, gli invasi sono tutti vuoti tranne uno, quello di Lentini, ma non è utilizzabile per problemi agli impianti”. Graziano Scardino, il leader della Cia in Sicilia, racconta il dramma degli agricoltori e il paradosso del lago di Lentini, che si erge stracolmo d’acqua al cospetto di agrumeti quasi secchi.

Ma Salvatore Barbagallo, consulente dell’ex assessore all’Agricoltura Luca Sammartino, rassicura gli imprenditori: “Le potenti pompe – dice a LiveSicilia – entreranno presto in funzione”.

Siccità, il paradosso del lago inutilizzabile

“Il forte caldo dell’anticiclone – spiega il segretario regionale della Cia – non si arresta e ha danneggiato gli agrumeti e gli uliveti, che non fruttificheranno. Sta per esplodere la moria delle piante, notevole e migliaia di ettari della Piana di Catania, ma non solo, potrebbero essere salvati dall’acqua del lago di Lentini. Persistono problemi negli impianti idrici”. Scardino ha seguito passo dopo passo il tentativo della Regione di rimettere in funzione gli impianti danneggiati dall’alluvione del 2021.

Lo stanziamento della Regione

Nel mese di marzo l’ex assessore all’agricoltura Luca Sammartino stanziò oltre 600 mila euro per rimettere in funzione le grandi pompe di sollevamento. Sistemate le pompe, però, sono emersi nuovi problemi.

“Hanno sistemato i motori – racconta Scardino – e si sono rotti i tubi, chiediamo un intervento immediato per rimettere tutto in funzione e distribuire a una fascia ampia di agricoltori l’acqua a partire dalle prossime ore”.

Il rappresentante dei coltivatori fa un appello al presidente della Regione Renato Schifani: “A rischio c’è la sopravvivenza delle strutture arboree. Siamo in contatto con il consorzio di Bonifica, ma le soluzioni tecniche tardano ad arrivare, siamo in contatto anche con il dirigente generale, quando hanno avviato i motori sono emersi problemi tecnici lungo le tubature”.

Interviene Coldiretti

“Centinaia di persone rischiano il posto di lavoro a causa di una tubatura – afferma il presidente Coldiretti Catania, Andrea Passanisi -. È la paradossale quanto sconcertante vicenda che riguarda i lavori dei lavori per il sollevamento dell’acqua dalla diga di Lentini per le aziende dell’area del catanese. Sono opere indispensabili per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole ma nonostante le denunce di anni, nonostante la sollecitazione, nonostante i lavori siano iniziati ancora non si intravede la fine”.

Un ritardo che non è più concepibile – aggiunge – e anche aziende florovivaistiche oltre a quelle agrumicole, che hanno una grande forza lavoro, rischiano di limitare la produzione con licenziamenti e cassa integrazione. Bisognerebbe lavorare giorno e notte per risolvere questo problema e non andare a “stop and go”. La siccità in Sicilia non è più una calamità ma un vero e proprio allarme sociale anche perché non si intervenire nell’accelerazione di lavori”, conclude Passanisi.

Barbagallo: “Interventi in corso”

Salvatore Barbagallo, già consulente dell’ex assessore all’Agricoltura Luca Sammartino ha seguito da vicino i lavori del lago di Lentini. Barbagallo è professore di ingegneria idraulica all’università di Catania.

“Ci sono lavori in corso – dice a LiveSicilia – nel lago di Lentini, stanno installando le pompe di sollevamento per immettere nelle reti da 800 a mille litri al secondo. Queste pompe dovrebbero entrare in funzione a breve, anche domani”.

Il professore parla anche dei problemi alle condutture, danneggiate dall’alluvione del 2021.

“C’è qualche riparazione che man mano faremo con gli operai del consorzio di bonifica. Sta andando avanti un progetto più grosso per altre pompe di sollevamento che entreranno in funzione la prossima estate”. La Regione punta a irrigare circa mille ettari entro pochi giorni e, l’anno prossimo, a servire ulteriori tremila ettari. Nel frattempo, però, ogni secondo è prezioso.

Nel Trapanese la conduttura colabrodo

“Ore di attesa per un po’ d’acqua per poi andare via senza alcuna possibilità di averla a causa delle tubature rotte. È la storia di ordinaria follia che vivono gli agricoltori del trapanese costretti a mettersi in fila davanti al cancello del Consorzio di Bonifica Trapani 1, addirittura dalla notte”. Lo denuncia Coldiretti Sicilia che sottolinea come la situazione si ripeta quasi ogni giorno.

“Il rito arcaico per la prenotazione delle irrigazioni – continua l’organizzazione – nelle zone di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano si basa sulla presenza e così agricoltori sono costretti a stare ore ed ore accampati per poi tornare in campagna delusi”.

E ancora, sottolinea Coldiretti: “La situazione è paradossale perché la condotta principale che dal lago Arancio porta l’acqua è piena di buchi. Nonostante la tragedia della siccità e le segnalazioni fatte da Coldiretti già dall’inverno scorso non si è stato ancora avviato un sistema di manutenzione che possa permettere agi agricoltori di lavorare. Un solo pilone del ponte sullo Stretto – conclude Coldiretti Sicilia – basterebbe a creare invasi con moderni sistemi di pompaggio e si potrebbe ammodernare la rete di tutta la Regione”.

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