PALERMO – Siccità, occhi puntati su Palermo, come su Caltanissetta, Enna ed Agrigento. Dopo le piogge torrenziali tra Catania e Messina, la siccità si è aggravata nel resto della Sicilia. Convocata la cabina di regia.
Siccità, occhi puntati su Palermo, ma non solo
Il capoluogo siciliano è da tempo sorvegliato speciale, nessun allarme, ma subito dopo l’alluvione, che si è abbattuta nel Catanese, il capo della protezione civile Salvo Cocina è stato chiaro: “Siamo davanti al paradosso di un clima impazzito. Se non dovesse piovere in modo considerevole, considerando che i bacini sono a secco e che i pozzi non vengono alimentati, bisogna pensare a nuovi razionamenti dell’acqua nei Comuni, come fatto ad Agrigento e Caltanissetta, per esempio”.
Lo stato degli invasi palermitani
Punto primo, bisogna considerare che una parte considerevole dell’acqua immessa nelle tubazioni svanisce nel nulla a causa delle perdite.
Punto secondo, analizzando lo “scenario zero”, ovvero un possibile periodo con scarsità di precipitazioni, gli esperti dell’autorità di bacino regionale hanno previsto che, entro pochi mesi, potrebbero esaurirsi i principali invasi regionali, soprattutto quelli che alimentano Palermo.
Non a caso i bacini Poma, Rosamarina, Piana degli Albanesi e Scanzano, dai quali dipende la rete idrica del Palermitano, sono sorvegliati speciali. Per il Poma è previsto l’esaurimento nel febbraio del 2025, anche considerando il prelievo da alcuni pozzi alternativi. Stesso discorso per il Rosamarina, che ospita poco più di 4 milioni di metri cubi, sono state installate nuove pompe e la cabina di regia contro la siccità ha finanziato il riutilizzo di due pozzi, il Morello e il La Russa. In ogni caso, però, potrebbe essere difficile superare marzo 2025.
Poco più di 4 milioni di metri cubi si trovano nella diga di Piana degli Albanesi. Entro fine febbraio potrebbe cessare la presenza di acqua e l’Anbi ha chiesto ad Amap, la società che gestisce la rete idrica, di verificare la capacità di prelievo, con la ‘zattera’, dell’acqua: si tratta di un sistema di galleggiamento che serve a evitare l’aspirazione di fango intasando le tubazioni.
La cabina di regia
La cabina di regia sta monitorando l’avanzamento degli appalti di ripristino dei pozzi. Si lavora anche ai nuovi moduli di dissalazione mobile. Ma nell’immediato bisogna prolungare la vita dei bacini. Nel mese di dicembre sono previsti circa 17 giorni di pioggia, ma i modelli previsionali hanno dimostrato, più volte, di non essere affidabili.
La partita potrebbe giocarsi, ancora una volta, sui nuovi razionamenti. Ma non è detta l’ultima parola.