PALERMO – Il Tribunale amministrativo regionale rigetta l’istanza cautelare e dichiara legittimo il calendario della caccia per la stagione 2023-2024 approvato dalla Regione siciliana.
Il calendario è stato stilato lo scorso giugno dall’assessorato all’Agricoltura (qui dati e dettagli). Ad impugnarlo una prima volta e ora con dei motivi aggiunti di ricorso: Legambiente Sicilia, Wwf Italia e Lipu, Lndc Animal protection, Lega per l’Abolizione della Caccia. Le associazioni contestavano la violazione del parere reso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), e di alcune prescrizioni normative di settore. Pertanto hanno chiesto l’annullamento, previa sospensione degli effetti, del calendario venatorio.
In particolare, le associazioni hanno contestato l’apertura anticipata e la chiusura della caccia di alcune specie ritenendo che gli incendi della scorsa esatte avessero inciso sulla fauna selvatica. Contro il ricorso si sono costituite in giudizio l’Unione Associazioni Venatorie Siciliane – Unaves – Liberi Cacciatori Siciliani, l’Anca – Associazione Nazionale Cacciatori, l’Associazione Italcaccia Sicilia e la Federazione Italiana della Caccia- Consiglio Regionale Sicilia.
Unaves ha dato mandato difensivo agli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, i quali hanno rilevato l’infondatezza delle argomentazioni visto che il calendario venatorio 2023-2024 ha previsto aree di divieto di caccia in alcune zone colpite dagli incendi. Inoltre i legali hanno evidenziato come il carattere limitato nel tempo e degli spazi realmente interessati dalle fiamme non avrebbe potuto giustificare in alcun modo la rivisitazione del calendario venatorio.
Il 19 ottobre il Tar ha respinto il ricorso, ritenendo che la caccia del coniglio selvatico sia conforme al parere dell’Ispra e ha rilevato l’inutilità di qualsivoglia sospensione cautelare per differire la data per diverse specie (tortora, colombaccio, quaglia e coniglio selvatico). Il calendario non cambia.
