Professore Cristoforo Pomara, direttore della Medicina legale del Policlinico di Catania, componente del CTS, è preoccupato per i numeri del contagio in Sicilia?
“Io sono uno che per definizione si preoccupa molto, perché è sempre meglio prevenire. Mi preoccupo cioè razionalmente. I numeri sono quelli che sono e penso che sia necessario che le decisioni vengano prese dal decisore centrale, non dalle singole regioni in ordine sparso. Una regione non può stabilire i suoi parametri su criteri che nascono da decreti ormai superati”.
Qual è la situazione?
“Che siano necessarie misure rapide è chiarissimo, come dicevo. Ma non sono più i tempi di un lockdown generalizzato. Una misura drastica che non sarebbe giusta, oltretutto”.
Approfondiamo. Perché?
“La domanda gliela faccio io. Perché dovrei chiudere un locale frequentato da clienti con le terze dosi? Sarebbe appunto un’ingiustizia. La comunità scientifica ha affermato varie volte che il vaccino diminuisce moltissimo le possibilità di contagio, oltre a proteggere, come abbiamo visto. Se io e lei, con la terza dose, andiamo al ristorante, mi spiega che pericolo corriamo? Difficilmente ci contageremo e non finiremo in ospedale. Le strade sono due”.
Quali?
“La via maestra è l’obbligo vaccinale europeo per tutte le dosi necessarie. Significa che saranno obbligatorie la quarta, che faremo, poi la quinta, etc etc…”.
Altrimenti?
“Restrizioni per i non vaccinati, le più determinate. Se sei non vaccinato e contatto anche non stretto di un positivo devi stare a casa per 15-21 giorni sotto monitoraggio telefonico delle USCA, senza bisogno di tamponi e solo se fino all’ultimo giorno non hai sintomi, esci. Chi non vuole coprirsi con il vaccino almeno si assuma la responsabilità nei confronti della sua comunità. Più del settanta per cento di ospedalizzati per Covid è di non vaccinati. Sono loro che riempiono i reparti e inceppano il sistema”.
E in Sicilia?
“Stiamo discutendo, con molte incognite. Mi pare presto per sbilanciarsi su Omicron, è una variante troppo giovane. Il sistema del tracciamento delle varianti è debole in tutta Italia e ancor di più in regioni come la nostra e dobbiamo potenziarlo, già in agosto si suggerì l’identificazione di una rete regionale dei centri di sequenziamento con almeno un centro ogni seicentomila abitanti, almeno un laboratorio ogni seicentomila abitanti e in tal senso sembra andare oggi la regione, così come dobbiamo mettere in campo una diversa e più efficace strategia di contact tracing secondo le ultime indicazioni del CDC e del CTS. Poi, certo, il dibattito verte sulla limitazione della circolazione dei non vaccinati. Stiamo discutendo tutte le misure più restrittive possibili. E se arrivi in Sicilia devi essere coperto”.
Faremo la quarta dose, dunque?
“Dovremmo cominciare a pensarci. E poi la quinta, la sesta… Sa quando il Covid diventerà una normale infezione delle vie aeree superiori con richiamo annuale?”.
Quando?
“Quando finalmente sarà introdotto l’obbligo vaccinale europeo”.