Siciliacque pignora i conti dell'Aica, i sindaci si appellano a Schifani

Siciliacque pignora i conti dell’Aica, i sindaci si appellano a Schifani

Chiedono l'intervento del governatore per ritirare l'ingiunzione ed evitarne il fallimento
I DISSERVIZI
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“Solo un intervento del presidente della Regione può convincere Siciliacque a sospendere l’esecuzione dei decreti ingiuntivi contro Aica e ad impedirne il fallimento”. Lo dice il sindaco di Sciacca (Agrigento) Fabio Termine, preoccupato che la società pubblica che gestisce le risorse idriche integrate in provincia prima o poi non riesca più a far funzionare il servizio di fornitura idrica.

Siciliacque, al momento, è creditrice nei confronti di Aica per 18 milioni di euro per forniture idriche da sorgenti gestite dalla struttura di sovrambito, e ha perfino pignorato gli stessi conti dei comuni, limitatamente all’ammontare dovuto all’azienda idrica per il suo funzionamento. Ma Aica non ha i soldi per effettuare le necessarie manutenzioni delle reti idriche, con la conseguenza che la metà dell’acqua fornita, in un periodo di grave crisi idrica, si disperda per strada a causa delle numerose rotture della condotta.

I sindaci soci intanto oggi hanno eletto un nuovo cda dopo l’azzeramento di quello precedente, che risale all’11 giugno scorso. Nuova presidente è la commercialista Danila Nobile.

“Tra i comuni che devono sostenere Aica ci sono quelli che non hanno mai sborsato un solo centesimo”, aggiunge la parlamentare regionale e sindaco di Montevago Margherita La Rocca Ruvolo. “Abbiamo approvato un ordine del giorno – conclude – nel quale ribadiamo la necessità che tutti i sindaci, nessuno escluso, facciano la loro parte e sostengano il funzionamento dell’acqua pubblica”.

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