SANTO STEFANO QUISQUINA (AGRIGENTO) – Ci sono voluti tre anni di risparmi, messi da parte grazie alla riduzione dell’indennità di carica degli amministratori comunali, per dotare la scuola del paese di una cucina a disposizione del servizio mensa. Accade a Santo Stefano Quisquina (Agrigento), il paese dove di 4.500 abitanti, dove nell’XI secolo, per almeno una dozzina d’anni, visse Santa Rosalia, patrona di Palermo.
Il sindaco Francesco Cacciatore ha tagliato il nastro stamattina della nuova mensa scolastica con annessa cucina e refettorio presso l’Istituto comprensivo “Maestro Lorenzo Panepinto”, che comprende una sezione primaria e la scuola media, per un totale di 250 ragazzi. “I comuni – dice il primo cittadino – dispongono sempre più di poche risorse, ma i cittadini, giustamente, ci chiedono servizi. All’inizio – aggiunge – abbiamo consentito la preparazione dei pasti per gli alunni del ‘Panepinto’ grazie alle cucine prese in affitto dalle suore Collegine, ma oggi il sogno di avere tutto l’occorrente per il funzionamento della mensa all’interno dello stesso istituto, al primo piano della scuola primaria, è diventato realtà, e di questo – conclude il sindaco – siamo particolarmente fieri”.
Per l’acquisto e l’adeguamento dei locali sono stati spesi 54mila euro. Somma accantonata durante gli anni 2016 e 2017 nell’ambito della riduzione dell’indennità di carica di sindaco, assessori e presidente del consiglio comunale nonché dalla rinuncia del gettone di presenza dei consiglieri comunali. Con il medesimo meccanismo, con altri fondi accantonati negli anni precedenti (2014 e 2015) era stato possibile acquistare un nuovo scuolabus.
(ANSA)