CATANIA. Il mondo che cambia velocemente mettendo in difficoltà le classiche impalcature dei partiti, lo sguardo che non può necessariamente essere rivolto solo all’Italia, le esigenze di chi pur producendo vive in condizioni di allarmante precarietà. Questi alcuni dei punti discussi in occasione di “Lotta alle disuguaglianze, diritti di cittadinanza e partecipazione per una primavera democratica”, l’assemblea organizzata da Sinistra è cambiamento, la nuova area politica a cui hanno aderito numerosi esponenti del Partito Democratico regionale e nazionale. Tra questi Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera, e Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole. “Partiamo dall’Ungheria – ha esordito Martina – perché forse per riflettere su noi stessi occorre allargare l’orizzonte. Il 98% dei votanti ha detto “no” alle quote di ripartizione dei migranti da parte dell’Unione Europea, ma a votare si è recato solo il 43% degli ungheresi. Questo dato deve farci riflettere sul panorama europeo, noi rappresentiamo realmente uno dei pochi partiti che sta cercando di condurre una battaglia in Europa sulle problematiche sociali. Creare un movimento politico oggi, in una realtà colma di fratture, è complicatissimo e per riuscirci non abbiamo bisogno di una leadership ma di militanze”.
E non è mancato il riferimento all’appuntamento del 4 dicembre. “Sicilia è cambiamento – ha detto Angelo Villari, assessore al Welfare del Comune di Catania – vuole fondare le proprie radici nel mondo dei lavoratori per offrire una prospettiva che garantisca una ridistribuzione della ricchezza in grado di diminuire le disuguaglianze sociali. Il referendum non è una data in cui tutto finirà ma un momento in cui tutto comincerà partendo innanzitutto dal rispetto per chi esprimerà la propria posizione”. E che il Pd sia “un grande partito ma con grossi problemi da risolvere” lo ha ribadito pure Fausto Raciti, segretario regionale.
Parole dure quelle di Giacomo Rota nella sua riflessione proprio il giorno in cui i lavoratori del call center Què di Paternò hanno trovato i cancelli chiusi dei loro stabilimenti. “Fare il sindacalista oggi – ha affermato il segretario generale della Cgil – in un contesto pieno di vertenze aperte e con il taglio degli ammortizzatori sociali è parecchio complesso. Io sfido il Pd a dare risposte concrete alle esigenze della gente perché le politiche sociali messe in atto dal governo non sono all’altezza delle esigenze. Se non diamo risposte agli ultimi della società, a chi si fa la valigia e lascia la propria terra, all’artigiano costretto a chiudere la partita iva per andare a fare l’imbianchino in Svizzera che senso ha affermare che questo governo sia di sinistra? “Sinistra è cambiamento” mi ha ridato speranza, quella speranza che mi avevano tolto la pessima riforma della scuola e il jobs act”.
“La situazione è molto complessa – ha affermato Luisella Albanella, componente della commissione Lavoro alla Camera dei Deputati – però non bisogna dimenticare pure le azioni messe in atto negli ultimi tempi al livello nazionale: abbiamo messo mano agli orrori delle legge Fornero generata per fare cassa e ridurre il debito pubblico e, per salvaguardare i lavoratori, stiamo puntando su un utilizzo più responsabile dei voucher adoperati sempre più spesso impropriamente in ogni settore”.
E a delineare il quadro delle criticità siciliane ci ha pensato Concetta Raia, presidente della Commissione Ue all’Ars. “Occorre un governo più attento alle problematiche occupazionali della nostra regione – ha ribadito il deputato regionale – Il settore agricolo è competitivo ma necessita di un potenziamento dal punto di vista organizzativo e la sanità rischia un vero e proprio collasso se non verranno sbloccati i concorsi pubblici entro il 31 dicembre che consentirebbero, finalmente, la stabilizzazione di centinaia di precari del settore. Il nostro partito se vuole recuperare un protagonismo affettivo ha l’obbligo di dare risposte concrete alla gente”.