MILANO – Nella notte di Ferragosto, un tragico episodio ha scosso il quartiere Corvetto di Milano: un uomo di 73 anni, Vincenzo Ferrigno, è stato ucciso dalla compagna, Antonia Nunzia Mancini, 64 anni, con cui conviveva da oltre quarant’anni. L’omicidio è avvenuto nel loro appartamento in via Pomposa 5, dove l’uomo, affetto da gravi patologie dopo ripetuti ictus, era costretto a letto e necessitava di assistenza continua.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, la donna avrebbe colpito Ferrigno con alcune coltellate, per poi soffocarlo con un cuscino. Dopo il delitto, è scesa in strada e ha chiamato il 112, consegnandosi spontaneamente alle forze dell’ordine. Agli agenti ha confessato quanto accaduto, ponendo fine a una convivenza segnata da anni di difficoltà e patimenti, per via delle precarie condizioni di salute dell’uomo.
L’interrogatorio della donna
Ferrigno, originario di Napoli, era conosciuto nel quartiere per esser stato titolare di un’edicola in piazza Gabrio Rosa. Negli ultimi anni, però, la malattia lo aveva reso del tutto dipendente dalle cure della compagna.
La donna è stata arrestata e interrogata dal pubblico ministero Maria Cristina Ria. Ha descritto un quadro familiare pesante, fatto di solitudine, sofferenza e crescente esasperazione, elementi che, secondo gli inquirenti, potrebbero aver portato al gesto estremo. Una tragedia che porta alla luce il dramma silenzioso di molte situazioni domestiche ai margini, spesso invisibili, fino al momento in cui esplodono.

