CATANIA – Nulla di fatto. L’assemblea dello scorso 20 giugno organizzata dall’Usb per affrontare e risolvere i problemi – gravi – del corpo dei vigili del fuoco siciliano e catanese, si è conclusa con una fumata nera. Da qui non solo la dichiarazione da parte dell’Unione sindacale di base, di stato di agitazione permanente, ma anche la volontà di manifestare, con azioni eclatanti, un disagio che, oltre a gravare sui pompieri, ha effetti non indifferenti sulla popolazione e sulla sua sicurezza. Come spiega Carmelo Barbagallo, responsabile Usb per Catania.
“Siamo in stato di agitazione permanente – spiega – perché i problemi che dobbiamo affrontare sono troppi e irrisolti”. A cominciare dall’operazione di recupero del relitto affondato insieme a centinaia di migranti “per cui non abbiamo alcuna notizia”, continua Barbagallo che spiega come a destare maggiori preoccupazioni sia la dotazione organica, carente, come ha dimostrato il maxi incendio del palermitano, per cui sono dovute intervenire squadre da ogni parte della Sicilia. “Se fosse accaduto qualcosa da un’altra parte dell’Isola – continua il sindacalista – non avremmo potuto intervenire. Un soccorso precario non è soccorso – prosegue, contestando il dispositivo di soccorso della Sicilia: “Si chiudono i distaccamenti ma non si aumenta l’organico”.
Come dimostra la soppressione del nucleo sommozzatori di Catania per le ore notturne. “Palermo – incalza – dovrebbe coprire tutta la Sicilia fino alla Calabria. Insomma, nessuno sembra avere a cuore nè la sicurezza dei cittadini nè chi la dovrebbe garantire”. E ancora pagamenti inadeguati, nessun indennizzo, mezzi vetusti e pericolosi, sovraccarico di lavoro: sono numerose le problematiche dei vigili del fuoco. Una situazione inaccettabile che l’Usb avrebbe voluto discutere con le istituzioni, trovando invece un muro. Per questo sono pronti ad azioni eclatanti, volte esclusivamente a far capire alla popolazione che significa non poter garantire la sicurezza.
