CATANIA – “Mentre la nostra Regione è ultima in Italia per spesa dei fondi europei, avendo rendicontato appena il 60.8 per cento della spesa, Catania arretra e la Cassa integrazione straordinaria schizza. Più 99,6 per cento nel confronto aprile-maggio. Questa provincia è stata ridotta da malapolitica e malaburocrazia alla fame. Fame di lavoro dignitoso!”. Lo afferma il segretario generale della Uil di Catania, Fortunato Parisi, commentando i rapporti su “Spesa dei fondi strutturali europei” e “Cassa integrazione in Italia” appena diffusi dal Servizio nazionale Politiche Territoriali della Uil, guidato dal segretario confederale Guglielmo Loy.
Sulla base dei dati su impiego delle risorse comunitarie e cassa integrazione, il leader dell’organizzazione sindacale etnea parla di “scandalo” e spiega: “A pochi mesi dalla scadenza, fissata per il 31 dicembre, tre Regioni hanno presentato all’Unione Europea un rendiconto di spesa da bocciatura, ma la Sicilia è quella che ha fatto peggio con il 60.8 per cento. Ben tredici punti al di sotto della media nazionale. Su questo podio della vergogna, anche Campania con il 62.6 e Calabria con il 63.8.
La Sicilia, stando al Rapporto del Servizio politiche territoriali Uil, rischia così di bruciare 2.2 miliardi di euro. A queste vanno aggiunte le risorse che più di altre Regioni, considerata l’arretratezza infrastrutturale, competerebbero alla nostra Isola dai programmi operativi nazionali e interregionali destinati a reti e mobilità e, ancora, a ricerca e competitività delle imprese. L’Italia deve ancora utilizzare 920 milioni del programma infrastrutture, 976 milioni per ricerca e competitività delle imprese. Inutile descrivere quanto e quale bisogno di queste risorse, sia pure per una parte, abbiano Catania e la Sicilia!”.
Fortunato Parisi aggiunge: “Il rapporto Uil sulla Spesa dei Fondi strutturali europei denuncia l’incapacità amministrativa delle nostre istituzioni politiche regionali e nazionali, nello stesso tempo spiega le ragioni di un arretramento produttivo e occupazionale che ha ormai superato ogni livello di guardia. E’ un fiume in piena, che sta travolgendo il nostro sistema sociale. Stando allo studio del Servizio Politiche Territoriali della nostra organizzazione, si riduce dello 0,7 la Cassa integrazione ordinaria – indicatore unico per valutare la quantità delle aziende che, ristrutturandosi a spese dello Stato, scommettono per rilanciarsi sul mercato – mentre sono cresciute di quasi il 100 per cento le ore di Cassa straordinaria. E queste rivelano, drammaticamente, come molte aziende abbiano deciso di uscire definitivamente dal mercato. I numeri sono altrettanto eloquenti, nel confronto tra i primi cinque mesi del 2015 e lo stesso periodo dello scorso anno. Meno 38.8 per cento la Cassa ordinaria, più 91.1 la straordinaria”. Noi della Uil – conclude Fortunato Parisi – siamo sempre pronti al confronto su idee e proposte di sviluppo. Più che a discutere e risolvere i nodi della crisi, però, nei Palazzi sembrano solo interessati a litigare tra loro e difendere privilegi …”.