PALERMO – Stancanelli, Miccichè, De Luca: prove tecniche di intesa? Forse, di certo una grana in più per chi sogna il Musumeci bis. Un convegno su un tema divisivo per la maggioranza di governo, una mitragliata di critiche e dei relatori poco amati dal presidente: il piano per affossare il Musumeci bis è servito.
La tempesta perfetta
Inforcando le lenti della tattica politica spicciola il convegno che si è tenuto ieri a Palermo, organizzato dall’Edmond Dantes del centrodestra isolano al secolo Raffaele Stancanelli, fornisce parecchie informazioni sui rapporti non esattamente idilliaci tra il governatore e parte della sua maggioranza. La sola presenza dell’antagonista Cateno De Luca la dice lunga. Il rivale da sindaco del capoluogo peloritano avanza diverse critiche al ddl si riforma dei rifiuti ma soprattutto a Musumeci. Il tema al centro del dibattito organizzato dall’eurodeputato Raffaele Stancanelli non è casuale: sulla mancata riforma dei rifiuti Musumeci ha attaccato frontalmente dal palco della kermesse di Diventerà Bellissima i deputati della sua maggioranza. E la risposta di Miccichè, presidente dell’Ars, ma anche regista delle manovre politiche che riguardano il centrodestra da 20 anni a questa parte, arriva forte e chiara. Di picconata in picconata. Difende l’aula, critica la riforma e infine dice che bisogna avere “una visione”. Sciabolate che accende l’immediata reazione di una delle persone più vicine al presidente, la portavoce di Db e presidente della commissione ambiente, Giusy Savarino. La deputata difende la bontà del provvedimento e attacca il presidente dell’Ars.
Le insidie
Insomma, la situazione, come prevedibile si infiamma. Viste le premesse della vigilia non sarà stata casuale l’assenza, tra i big meloniani, di Manlio Messina, unico vero sostenitore del progetto Musumeci bis (diverso il caso di Salvo Pogliese che il giorno prima riceve la botta dalla Corte Costituzionale e comprensibilmente si defila da un evento pubblico strapieno di cronisti). Tra i nomi dei presenti spicca invece quello del deputato europeo Giuseppe Milazzo, novello meloniano ed ex azzurro. E qui la mente potrebbe correre a un episodio delle storia recente della politica siciliana in grado di evocare uno scenario distopico ma non troppo. Correva l’anno 2019 quando De Luca e Miccichè siglano “il patto della pignolata” per le europee. L’accordo che tira la volata al candidato del presidente dell’Ars, Giuseppe Milazzo (con la doppietta deluchiana in chiave Musolino). Al netto che fatto che De Luca si metterebbe da parte soltanto se non dovesse correre Musumeci, in virtù di quel vecchio accordo i due non potrebbero trovare una nuova quadra? E, ancora, in quella occasione si sarà parlato anche di un progetto in vista delle regionali ancora lontane dall’arrivare? Chissà, fantapolitica a parte il dato certo rimane l’operazione di logoramento di Musumeci in corso di realizzazione. E dietro le quinte qualcuno aspetta il prossimo atto.