CATANIA – Un pugno allo stomaco. Senza filtri, senza retorica, senza commemorazioni vuote. Quest’anno la Giunta catanese dell’Associazione Nazionale Magistrati ha voluto ricordare il 23esimo anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta, con una mostra fotografica che lega a doppio filo il passato e il presente. La mafia che uccide e la gente che dimentica. Per tre giorni il Palazzo di Giustizia ospiterà la mostra “Gli Invisibili, ammazzati dalla mafia e dall’indifferenza”, curato dalla fotografa Lavinia Caminiti.
Una scelta che nasce “…per non abbandonare all’indifferenza i nostri morti di mafia” – afferma il presidente dell’Anm Daniela Monaco Crea. Una dichiarazione riportata anche nella locandina della tre giorni che si aprià venerdì sera alle 18,30. Il percorso fotografico è il fulcro di una serie di iniziative collaterali di altrettanta “potenza” simbolica. Domani pomeriggio si terrà il monologo dell’attore teatrale Salvo Piparo, accompagnato dal contrabasso da Riccardo Lo Bue. Sabato mattina, invece, giorno dell’anniversario della strage si svolgerà la cerimonia di premiazione delle scuole partecipanti al concorso la “Coppa della Legalità” patrocinato dall’associazione Antiracket Libera Impresa e dall’Anm di Catania.
Ma torniamo al cuore della commemorazione. La mostra sarà visitabile dalle 17.30 di venerdì fino a domenica alle 13. “Gli invisibili” è un progetto che nasce per documentare quale memoria la Sicilia conservi dei delitti di mafia attraverso un confronto fotografico dei luoghi testimoni degli efferati delitti: come erano dopo la dinamite e le pallottole e come sono oggi. E non c’è solo Capaci o via D’Amelio, le strade palermitane sono un enorme cimitero di vittime di mafia: uccise per il loro grande senso del dovere e della giustizia. E molte volte hanno perso la vita anche parenti, amici, collaboratori di quelle persone “scomode” che in quel “tragico” momento gli erano accanto. Non a caso nel sottotitolo c’è la parola indifferenza, perchè purtroppo questo itinerario iconografico ci farà piombare in una memoria dimenticata. Ma allora bisogna avere il coraggio di “ricordare” affinchè questo sangue non sia stato versato invano.