Stupro a Palermo, il consiglio comunale fra chiacchiere e 'stupore'

Stupro a Palermo, il consiglio comunale fra chiacchiere e ‘stupore’

La discussione sulla violenza in consiglio comunale.

Lo stupro di Palermo, descritto dalle indagini, dalle intercettazioni, dalla cronaca, arriva a Palazzo nel segno dello stupore. Come uno specchio che cerca il suo riflesso giusto, nella città di cui è presidio. Ma non è semplice. Non è facile per le singole persone, non lo è per le istituzioni.

C’è stato un dibattito appassionato, stamattina, con molti interventi. Alcuni meno concreti, altri meno retorici. Qualche proposta. Qualche chiacchiera. Qualche idea. Qualche polemica. Un excursus tra proposte amministrative e tomi di sociologia, con l’emotività accesa e la vaghezza di chi non riesce a mettere a fuoco il terribile che è accaduto. Ecco una sintesi.

“La città è stata colpita da un fatto molto grave, il Consiglio deve dare una risposta, noi dobbiamo dare una risposta” (Giulio Tantillo, presidente). “Dobbiamo guardare in faccia il disagio sociale ed educativo. Questa città è dormiente” (Fabrizio Ferrandelli, Azione + Europa). “Le istituzioni non sono state in grado di proteggere quella ragazza” (Mariangela Di Gangi, Progetto Palermo). “Abbiamo perso di vista i problemi” (Carmelo Miceli, Pd). “Il degrado sociale investe Palermo” (Concetta Amella, M5S).

“Quanto è accaduto rappresenta il fallimento della città di Palermo ed è una responsabilità di tutti” (Ottavio Zacco, Forza Italia). “Bisogna lavorare sulla prevenzione, parlando con i genitori e con i figli” (Teresa Leto, Fratelli d’Italia). “La possibilità di crescita è data dall’ascolto, già dalla tenera età (Viviana Raja, Democrazia Cristiana). “Stigmatizzo l’assenza dell’amministrazione su un tema così importante, quello che è avvenuto è frutto della subcultura (Franco Miceli, ex candidato sindaco). “La nostra società è malata”. (Giuseppe Mancuso, Lagalla sindaco). Il colpo d’occhio della sala offre la vista dei banchi semivuoti. Con un viavai corposo, in uscita.

Tutti interventi rispettabili, pieni di indignazione. La cronaca istituzionale di un dramma estremo che sta mettendo in discussione la coscienza di una città: è normale che non si parli d’altro. Anche lo stupore è, in fondo, comprensibile davanti alla tragedia di uno stupro. Ma nessuno può davvero meravigliarsi del degrado complessivo di Palermo. Da anni, è noto a tutti.


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