Tagli agli stipendi dei dipendenti | Scoppia il caso Palermo Energia - Live Sicilia

Tagli agli stipendi dei dipendenti | Scoppia il caso Palermo Energia

Palazzo Comitini, sede dell'ex Provincia di Palermo

Secondo la Fisascat Cisl, i lavoratori della società partecipata potrebbero subire il taglio del 20% degli stipendi. Il commissario dell'ente territoriale: "Misure ancora non definite, ma non possiamo nascondere le difficoltà. Il 2016 sarà l'annus horribilis".

Ex Provincia di Palermo
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PALERMO – Scoppia il caso Palermo Energia. Per i lavoratori della società partecipata della Provincia il 2016 potrebbe riservare brutte sorprese. Il commissario straordinario dell’ente Manlio Munafò avrebbe, infatti, proposto un taglio agli stipendi per il rinnovo dei contratti di lavoro. A sollevare la questione, il segretario regionale della Fisascat Cisl, Mimma Calabrò. “Si tratterebbe di una decurtazione del 20% – afferma Calabrò -. Ed è bene sottolineare che si tratta di lavoratori con una retribuzione minima e l’eventuale taglio avrebbe un certo peso sulle loro spalle”.

Lavoratori che, secondo la sindacalista, sono stretti nella morsa tra Roma e Palermo. “Da un lato ci sono le responsabilità della Regione per la mancata istituzione di Liberi Consorzi e Città metropolitane – spiega Calabrò -. Dall’altro c’è il governo nazionale che, in attesa della riforma, ha stoppato i fondi per le ex Province. Uno stallo che, come al solito – aggiunge -, finisce per ricadere sui lavoratori, gli unici a pagare lo scotto. Ecco perché chiediamo alla Regione di darsi una mossa nell’approvazione della riforma. Ma diciamo anche ai parlamentari siciliani di far qualcosa perché da Roma possano sbloccare queste risorse”.

Palermo Energia “non è un ‘carrozzone’ – sottolinea ancora Calabrò -. Il bilancio della società è in attivo ed è stato presentato anche un piano di rilancio. Alla luce di ciò, per il 2016 il nostro auspicio era un aumento delle ore per quella parte di personale assunta con un contratto part-time – continua la sindacalista –. E invece siamo costretti a constatare che si va dalla parte opposta, un livellamento verso il basso”.
Calabrò va oltre la questione legata a Palermo Energia e sottolinea come il problema della mancanza di risorse dell’ex Provincia di Palermo sia ben più ampio. “Non si dimentichino i lavoratori delle cooperative che svolgono servizi per i disabili e che rischiano il posto di lavoro. Per non parlare dei diritti negati ai portatori di handicap, per i quali l’assistenza è stata limitata”.

“Il problema di Palermo Energia c’è ed è inutile negarlo – conferma il commissario della provincia Manlio Munafò -. Stiamo cercando di governarlo al meglio, consapevoli che si tratta di una vicenda che coinvolge intere famiglie. Ad oggi non abbiamo ancora definito nessun taglio agli stipendi – precisa -. E se non è ancora stata trovata la ‘quadra’ è proprio perché vogliamo arrivare a una soluzione che sia rispettosa per i lavoratori. Fino ad oggi ci siamo riusciti, ma il 2016 sarà l’annus horribils per le ex Province. Le condizioni finanziare dell’ente – spiega Munafò – sono note. Abbiamo ridotto all’osso il bilancio, eliminato le spese superflue, chiuso con difficoltà il 2015. Ma le cose si fanno sempre più complesse e il nuovo anno sarà ancora più critico, a fronte soprattutto dei minori trasferimenti regionali e nazionali. Con le nostre sole entrate – ammette il commissario – non riusciamo a ottemperare a tutte le esigenze dell’ente. Basti pensare al fatto che siamo stati costretti a limitare l’assistenza ai portatori di handicap”.

Una inversione di tendenza potrebbe essere rappresentata dallo sblocco della riforma impugnata dal Cdm. “È probabile che una rapida definizione della vicenda – auspica Munafò – possa rivelarsi favorevole per la ripresa della considerazione nei trasferimenti nei confronti delle nove ex province siciliane”.

Sul caso Palermo Energia arriva anche la presa di posizione del sindacato Asia, che con il segretario generale Salvo Barone parla di “squallida partita giocata sulle spalle dei lavoratoriIl commissario Munafò – scrive Barone – probabilmente ha la necessità di mettersi in evidenza nei confronti di una classe politica di bassissima lega. E fantasticando con le ipotesi applicabili che vanno dai prepensionamenti forzati agli esodi incentivati o in alternativa ad una riduzione dell’orario di lavoro a part time al 50% per tutto il personale – insiste il sindacalista -, dimentica che il suo mandato scade il 30 giugno”.

Secondo Barone, inoltre, per il 2016 la ex provincia ha risorse “più che sufficienti per poter affrontare le spese dell’ente anche a seguito dell’autorizzazione dell’avanzo di amministrazione degli anni precedenti. Nessuna norma impone licenziamenti per il 2016 -aggiunge il segretario di Asia -, non ci sono problemi di natura finanziaria per la provincia, la società è economicamente perfetta, i lavoratori svolgono servizi essenziali e sono molto stimati sia dai fruitori dei servizi che dalla Provincia stessa, non esistono sprechi economici e un commissario in scadenza tra qualche mese di un ente, che probabilmente entro giugno cambierà forma e natura giuridica, minaccia licenziamenti e riduzioni orarie. Quale potrebbe essere il motivo? Noi non sappiamo darci una risposta plausibile – conclude il sindacalista -, ma sicuramente chiederemo al governo regionale le immediate dimissioni di Munafò”.

Comunicato al quale ha fatto seguito, però, la smentita da parte del presidente del cda di Palermo Energia Paolo Ancona. “Ad oggi nessuna richiesta, del genere configurato dal sindacato Asia, è pervenuta alla società – afferma Ancona -. Al contrario, è attualmente in pieno svolgimento un confronto con il commissario Munafò, volto proprio a cercare di evitare provvedimenti penalizzanti per la società”. Palermo Energia prende, poi, le distanze dall’attacco del segretario di Asia nei confronti di Munafò: “Appare quanto meno ingeneroso – spiega Ancona – sottacere le enormi difficoltà che il commissario è chiamato ad affrontare in piena solitudine e nella inazione (e colpevole silenzio) della politica regionale, che pure a tale ruolo difficile lo ha chiamato”. Ancona si dice poi convinto “che si riuscirà a trovare soddisfacente soluzione anche per il problema del rinnovo della convenzione con la società, senza alcuna penalizzazione per i lavoratori”.

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