07 Gennaio 2015, 19:52
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PALERMO – Uno torna in libertà e l’altra va ai domiciliari. Si affievoliscono le esigenze cautelari per due indagati dell’inchiesta sul presunto giro di tangenti pagate per ottenere uno sconto sulle tasse per lo smaltimento dei rifiuti.
Al Riesame cade l’accusa di corruzione ma resta in piedi quella di truffa per Vittorio Ferdico, titolare di due supermercati in via Portella della Ginestra e via Don Orione, a Palermo, che avrebbe risparmiato circa quattro mila euro. I legali Roberto Tricoli e Luigi Miceli hanno sostenuto che non c’era traccia alcuna dell’ipotetica corruzione. Il Tribunale ha dato loro ragione e adesso l’indagato ha solo l’obbligo di presentazione in commissariato.
Si tratta di uno degli undici imprenditori coinvolti nell’inchiesta assieme ai quattro dipendenti comunali. Tra questi, Ida Ardizzone, alla quale, su richiesta dell’avvocato Ermanno Zancla, sono stati concessi i domiciliari.
Agli arresti in casa era già finito, nei giorni scorsi, il funzionario comunale Cesare Pagano che, secondo l’accusa, dietro il pagamento di tangenti abbatteva il costo della tassa sui rifiuti. È lui il capofila di un’inchiesta che ha coinvolto quindici persone fra presunti funzionari infedeli e imprenditori. Una telecamera ha filmato il funzionario che trattava con il titolare di un’attività commerciale. Si erano già incontrati negli uffici comunali di piazza Giulio Cesare, a Palermo.
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07 Gennaio 2015, 19:52