Tari, adesso è ufficiale: pronto l'aumento per il 2021 - Live Sicilia

Tari, adesso è ufficiale: pronto l’aumento per il 2021

Fra due mesi Bellolampo piena, i rifiuti finiranno fuori dalla Sicilia

PALERMO – Una cosa è certa: la Tari nel 2021 aumenterà. Il punto, semmai, è capire di quanto. Brutte notizie per i palermitani che a giugno dovranno pagare l’acconto della tassa sui rifiuti che sarà sicuramente più salato di quello del 2020, secondo quanto emerso oggi durante la seduta del consiglio comunale convocata per fare il punto sul Piano economico e finanziario del 2020 e del 2021. Due documenti essenziali, visto che da questi dipende quanto il Comune dovrà incassare dalla Tari sulla base dei nuovi parametri Arera.

Una seduta dai toni tesi e in qualche caso anche surreali, nel corso della quale Rap ha ammesso senza mezzi termini che la sesta vasca (da poco “ampliata” sulla base del progetto di chiusura) basterà al massimo per due o tre mesi, il che vuol dire che in attesa della settima bisognerà portare i rifiuti fuori dalla Sicilia. Un annuncio, quello del presidente Giuseppe Norata, che ha colto di sorpresa anche l’assessore Sergio Marino. “Non sapevo che la situazione fosse così drammatica – ha ammesso l’esponente della giunta davanti ai consiglieri sbigottiti – Sapevo che la sesta vasca aveva una capienza sufficiente per altri sei o sette mesi, oggi apprendo che sono solo due. Ecco perché è necessario che prima della pubblicazione del Pef grezzo l’azienda si confronti col Comune: se dovremo sostenere queste spese, sarà necessario arrivare a una differenziata del 40% per recuperare i costi”.

Una variabile non indifferente, ma che si sommerà a un aumento già certo di 21 milioni spalmati sul triennio 2021-2023: la speranza dell’amministrazione Orlando di evitare l’aumento ha dovuto cedere il passo all’evidenza dei numeri e alla fine il conto degli extra-costi dovuti alla chiusura di Bellolampo nel 2020 finirà per pesare sui palermitani. Il punto è che il consiglio comunale non ha ancora approvato nemmeno il Pef 2020 che per legge doveva vedere la luce entro lo scorso 31 dicembre e la delibera non è neanche arrivata; senza il Pef 2020, non sarà possibile approvare quello 2021 che dovrebbe essere esitato entro marzo.

L’unica buona notizia è che, rifacendo i conti, il buco sembra essersi almeno parzialmente ridotto: il Pef 2020, che inizialmente prevedeva 34 milioni in più rispetto al 2019, adesso è lievemente calato a 31,8. In base ai parametri Arera, il costo massimo di gestione del ciclo dei rifiuti potrà arrivare a 151,2 milioni, tutto compreso, rispetto ai 119,4 dell’anno precedente; di questi 31,8 milioni, 23,3 (iva inclusa) sono dovuti agli extra-costi di Bellolampo. Il sindaco Orlando ha però emanato una direttiva precisa, secondo la quale il Pef dovrà essere tagliato il più possibile garantendo comunque l’equilibrio di Rap, ossia gli extra-costi, facendo in pratica decadere la parte eccedente. Anche perché, come hanno segnalato gli uffici, i bilanci di Rap chiuderanno in utile e quindi gli introiti del 2019 saranno sufficienti.

Il 9 marzo ci sarà un nuovo incontro con la Srr per provare a chiudere la vicenda, ma è evidente che il rischio di dover portare i rifiuti all’estero rischia di mandare all’aria i piani dell’amministrazione. “Il rispetto dei termini di legge è essenziale per garantire l’azienda, i conti del Comune ma anche per far capire ai palermitani quanto pagheranno a giugno – ha attaccato Ugo Forello – Quel che è certo è che nel 2021 ci sarà un aumento, come le opposizioni avevano previsto”.

Nel corso della seduta si è anche affrontato il tema dei conti Rap: per il Comune sono in ordine e anzi presentano un utile di otto milioni netti, per l’azienda si tratta invece solo di poste di bilancio in assenza di liquidità e a cui aggiungere i tagli di alcuni servizi. Palazzo delle Aquile ha comunque chiesto e ottenuto la nomina di un perito per stimare gli immobili per la ricapitalizzazione della società, oltre a riconoscere i crediti di 40 milioni che però non potranno essere pagati tutti in una volta a eccezione di una prima anticipazione di 16 milioni: una scelta obbligata, secondo gli uffici comunali, che però costringerebbe l’azienda a doversi rivolgere alle banche per un’anticipazione onerosa, a meno di un intervento della Cassa depositi e prestiti.

“Il consiglio aspetta ancora il Pef 2020 – dice il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Scarpinato – Abbiamo appreso oggi che ci sarà un aumento della Tari, anche se il sindaco lo aveva negato, ed è evidente che le notizie sulla sesta vasca sono allarmanti: i palermitani dovranno sobbarcarsi altri extra-costi, a fronte di un servizio che lascia a desiderare”.


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