Tasi, non passa la delibera |Riposto sull'orlo del dissesto - Live Sicilia

Tasi, non passa la delibera |Riposto sull’orlo del dissesto

Lo scontro tra maggioranza e opposizione si è consumato martedì notte. L’aliquota della Tasi è fissata all’1 per mille. Caragliano: “Una scelta scellerata”.

RIPOSTO. Non passa in consiglio comunale a Riposto l’aliquota della Tasi, l’imposta sui servizi indifferibili, votata in giunta al 2,5 per mille per la prima casa, e adesso lo spauracchio del dissesto si avvicina. La lunga notte in aula consiliare si è chiusa alle 2 e 30 con la bocciatura della delibera proposta dall’amministrazione comunale. Alla fine l’aliquota stabilita, applicata d’ufficio, è l’1 per mille. Un esito prevedibile dopo giorni di lunghe trattative tra maggioranza ed opposizione, conclusesi con un nulla di fatto. D’altronde il clima avvelenato degli ultimi mesi lasciava poco spazio al compromesso, nonostante fosse in gioco il futuro finanziario dell’ente.

Fino all’ultimo si è tentato di trovare un accordo sull’aliquota all’1,9 per mille, soluzione che avrebbe consentito di contenere le perdite a poco più di 200mila euro. L’aliquota al 2,5 avrebbe permesso al comune di incassarne quasi 400mila. Ma in consiglio martedì sera si è capito sin da subito che la maggioranza non aveva i numeri. Nemmeno l’emendamento presentato dal consigliere Rosario Caltabiano, che ha proposto di abbassare l’aliquota Imu della seconda casa da 10,60 a 7, 80, e di introdurre l’aliquota dell’1.90 per la Tasi sulla seconda casa, con la restante percentuale che avrebbe inciso sulla prima abitazione, ha convinto l’opposizione.

Durissima la reazione, affidata ad una nota, del sindaco Enzo Caragliano.

“Mentre Riposto, nel corso di questo primo anno di amministrazione, ha seguito, a ragione, la strada del risanamento in piena armonia con gli impegni assunti nel piano di riequilibrio – dichiara il primo cittadino – assicurando ai cittadini tutti i servizi, nonostante i mancati trasferimenti di Stato e Regione, giunge ora la scelta scellerata operata dall’opposizione che conduce verso il baratro finanziario, verso il dissesto”.

Gravi per il sindaco le conseguenze. “Intanto il mancato rinnovo dei contratti agli oltre 70 articolisti in forza al comune – spiega Caragliano – ma verranno meno anche servizi fondamentali come la refezione scolastica, fiore all’occhiello della città e servizio tra i pochi ancora funzionanti in provincia di Catania. Senza contare – prosegue – quei tagli che ricadranno direttamente sui cittadini, in quanto, con la dichiarazione del dissesto, spetterà ad un commissario decidere sulle aliquote delle tasse comunali che saranno inevitabilmente tutte innalzate al massimo”.

Ma dagli scranni dell’opposizione il consigliere comunale Ezio Raciti risponde: “L’amministrazione comunale non ha affatto operato una politica di austerità che poteva porsi a complemento della richiesta di elevare le tasse. Ha speso risorse per attività svariate – spiega Raciti – contrariamente a quanto previsto dall’art.191 del Testo Unico degli Enti Locali e ha mantenuto fitti passivi e svariate utenze ed ha innalzato le indennità per sindaco ed assessori. Di fronte a questa politica non si può poi chiedere alla collettività di contribuire al risanamento del bilancio. Ho anche proposto di annullare le indennità del sindaco e degli assessori – prosegue il consigliere comunale – e i gettoni di presenza dei consiglieri, in modo da contribuire al risanamento delle casse comunali, ponendoci come esempio per tutta la nostra collettività. Ma per tutta risposta ho ottenuto una replica adirata del sindaco, che ha addebitato alla nostra coalizione l’eventuale dichiarazione di squilibrio”.

E adesso la strada è tutta in salita. A fronte delle minori entrate, il ragioniere capo Alfredo Spinella dovrà rielaborare lo strumento finanziario. Una missione al limite dell’impossibile, perché il bilancio per nove dodicesimi è già stato praticamente speso.

 

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