Teatro Massimo, Gesap e politica: la 'sfida' tra Lagalla e Schifani - Live Sicilia

Teatro Massimo, Gesap e politica: la ‘sfida’ tra Lagalla e Schifani

Presidente e sindaco sembrano ormai su strade divergenti

PALERMO – La ‘sfida’ va avanti da mesi ma, da alcuni giorni, è decisamente affiorata. Da un lato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, dall’altro il governatore della Sicilia, Renato Schifani. Motivo del contendere? Il futuro del Teatro Massimo, oltre che della Gesap.

Due strade, quelle dell’ex rettore e dell’ex presidente del Senato, che da mesi appaiono ormai sempre più divergenti. Un rapporto che nel tempo si è andato sviluppando, con il duello incruento ormai alla luce del sole su due dei “pezzi pregiati” di Palazzo delle Aquile.

La poltrona del Teatro Massimo

Partiamo dal Teatro Massimo, sulla cui poltrona di sovrintendente siede Marco Betta. Artista di fama, nominato ai tempi di Leoluca Orlando, ha saputo conquistarsi la fiducia di Lagalla che vorrebbe tenerlo al suo posto, nonostante i mugugni di alcuni alleati.

Una decisione che non troverebbe d’accordo Schifani. Si sussurra che tra i nomi ‘graditi’ al presidente ci sarebbe quello di Andrea Peria, manager culturale alla guida del Corecom e, fino a due mesi fa, sovrintendente all’Orchestra sinfonica siciliana. Un’esperienza, quella alla Foss, che potrebbe tornare utile per dotare Peria dei requisiti richiesti per un teatro lirico prestigioso come quello di piazza Verdi.

Chi decide

La fondazione che gestisce il Teatro Massimo è, per statuto, presieduta dal sindaco di Palermo anche se il consiglio di indirizzo è espressione pure della Regione e del ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano, vicino a Fratelli d’Italia. I meloniani avrebbero un obiettivo chiaro: portare al Massimo col ruolo di direttore artistico Beatrice Venezi e, per farlo, sarebbero pronti a cedere sul sovrintendente.

Non è un mistero che Lagalla goda di ottimi rapporti con Fratelli d’Italia e, in particolare, con l’ex vice Carolina Varchi, rimasta come sua consulente ai rapporti istituzionali. L’esito che molti danno per scontato è un accordo che consenta di far rimanere Betta come sovrintendente e contemporaneamente aprire le porte a Venezi come direttore.

La divaricazione è apparsa palese qualche giorno fa. Il sindaco, di fatto, ha manifestato l’intenzione di confermare Betta. Poi è arrivata la replica del presidente: “Su Betta il sindaco parla per sé, con tutto il rispetto nei suoi confronti: non decide da solo”.

La partita della Gesap

Un’altra partita si giocherà probabilmente ormai dopo l’estate, quando si dovrà affrontare l’altro dossier, ossia la successione di Vito Riggio come amministratore delegato della Gesap. La società che gestisce l’aeroporto di Punta Raisi ha chiuso i bilanci in attivo e macina record di passeggeri.

Il braccio di ferro è semmai sulla privatizzazione: Riggio, voluto da Schifani, la chiede a gran voce da tempo e le dimissioni sarebbero state una mossa per mettere i soci con le spalle al muro; Lagalla, appoggiato da Fdi, invece frena e sarebbe tentato dal nominare un fedelissimo come nuovo Ad, soffiando la casella agli azzurri.

Un confronto, quello tra Schifani e Lagalla, in realtà anche politico e a tinte decisamente azzurre. L’avvicinamento del sindaco di Palermo al segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, si è concretizzato prima delle Europee e non è certo passato inosservato per il partito isolano, rimasto, in gran parte, spiazzato dalla mossa dell’ex rettore. E’ appena il caso di annotare gli equilibri potenzialmente in gioco.


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