Tram, nuove linee "rimandate"| Palermo appesa a un filo - Live Sicilia

Tram, nuove linee “rimandate”| Palermo appesa a un filo

Il ministero esclude le tratte per Mondello e Sferracavallo e dà tempo fino ad aprile per salvarle in extremis

PALERMO – Roma boccia le nuove linee del tram di Palermo, o meglio le rimanda… ad aprile. Il ministero dei Trasporti ha infatti approvato il riparto delle risorse per il finanziamento dei sistemi di trasporto pubblico di massa, previsti da un bando a cui l’amministrazione guidata da Leoluca Orlando ha partecipato per reperire il mezzo miliardo di euro necessario a finanziarie le ulteriori linee di tram. Non parliamo di quelle per le quali l’iter è ormai entrato nel vivo, ossia la A (dalla stazione allo stadio), la B (Notarbartolo) e la C (dalla circonvallazione a Orleans), finanziate dal Patto per Palermo e su cui comunque pende una spada di Damocle, me della D (Bonagia), della E (Mondello), della F (lato mare) e della G (Sferracavallo). Queste ultime quattro linee costerebbero infatti 500 milioni di euro e per realizzarle Palazzo delle Aquile ha deciso di puntare tutto su un bando del ministero dei Trasporti che mette in palio oltre due miliardi.

Il governo (già ai tempi del primo Conte) ha però deciso di finanziare subito con 2,4 miliardi soltanto città come Torino, Bologna, Milano, Roma o Firenze, lasciando a bocca asciutta invece Palermo, Napoli e Genova. Una scelta che ha provocato feroci polemiche tra il sindaco del capoluogo ligure e il governo, tanto che l’attuale esecutivo, formato da Pd e M5s, ha provato a trovare una soluzione di mezzo: anziché bocciare e basta le città escluse, ha deciso di rimandarle ad aprile, dando loro la possibilità di integrare la documentazione nei prossimi quattro mesi e dando loro comunque una corsia preferenziale rispetto a chi parteciperà ai prossimi bandi.

Ma anche se addolcita, per Palermo sempre di una bocciatura si tratta sebbene ci sia lo spazio per un “esame di riparazione”. Il problema starebbe nella linea che arriva a Sferracavallo, considerata poco fruibile visto che i quartieri toccati sono meno popolosi, ma anche nei dati presentati e che vanno aggiornati. Il comune adesso avrà quattro mesi per rimediare e dialogare con la Capitale (cosa che negli ultimi mesi non è avvenuta), sperando comunque di ottenere il finanziamento, cosa per nulla scontata.

Ma da piazza Pretoria arriva una lettura un po’ diversa e assai più ottimistica: “Le linee saranno finanziate nel 2020”, si legge in una nota che dà per certo un finanziamento che ad oggi certo non è. “Si compie un ulteriore passo – affermano il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore Giusto Catania – per realizzare a Palermo un sistema tranviario sempre più diffuso ed efficiente, che raggiunga tutta la città da nord a sud, comprese le periferie”.

Tutto qui? No, perché anche sulle prime tre linee qualche problema c’è. Il governo ha infatti deciso di rimodulare i fondi del Patto per Palermo di renziana memoria e le linee del tram rischiano di perdere i fondi pari a 200 milioni di euro: il Comune ha già fatto presente che il progetto non rientra tra quelli “canonici” ma segue un iter diverso e quindi si spera che alla fine da Roma arrivi un salvagente all’indirizzo di Palermo. Il sindaco è impegnato a evitare quello che sarebbe un disastro e l’iter va comunque avanti: le linee A, B e C sono infatti nella fase della progettazione definitiva e hanno ottenuto solo i pareri dei vari uffici comunali. Contrariamente a quanto scritto in una nota dell’amministrazione, infatti, i pareri degli altri enti mancano ancora all’appello e arriveranno solo nei prossimi mesi, visto che la conferenza di servizi è stata convocata appena qualche giorno fa.

“La decisione del ministero dei Trasporti di non finanziare subito le nuove linee di tram di Palermo, premiando altre città, non può che lasciare l’amaro in bocca – dice il consigliere Toni Sala di Avanti insieme – Confidiamo nel fatto che l’amministrazione produca i documenti necessari e possa partecipare al secondo riparto delle somme, anche se chiediamo di sapere perché le nostre carte non erano in regola: se c’è stata una mancanza della politica o degli uffici, bisogna subito porre rimedio”.


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