Tratta di uomini nel Mediterraneo | Arrestato il boss dell'immigrazione - Live Sicilia

Tratta di uomini nel Mediterraneo | Arrestato il boss dell’immigrazione

Mered Yehdego Medhanie al suo arrivo a Roma

Medhane in Italia: la Procura di Palermo lo inseguiva da anni. Lo Voi: cooperazione internazionale

Estradato dal Sudan
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3 min di lettura

PALERMO – L’areo di Stato è atterrato ieri sera a Roma. A bordo stavolta non c’era il premier Matteo Renzi, ma uno dei più grossi trafficanti di uomini. Colui che avrebbe organizzato chissà quanti viaggi della disperazione nel Mediterraneo. Disperazione e morte.

In manette è finito Mered Yehdego Medhanie al termine di un’operazione di polizia coordinata dalla procura di Palermo che, per la prima volta in Europa, ottiene un’estradizione dal Sudan. Non esistono trattati o accordi fra l’Italia e il paese africano, ecco perché è stata parecchio complicato il lavoro del procuratore Francesco Lo Voi, dell’aggiunto Maurizio Scalia e del sostituto Calogero Ferrara. Quest’ultimo ha girato mezza Europa per ottenere il via libera all’operazione.

È in Sudan che Medhanie si nascondeva blindato. Si faceva scortare da un piccolo esercito personale e si sentiva più forte di Gheddafi. Lo hanno scovato i poliziotti della Squadra mobile di Palermo, del Servizio centrale operativo di Roma e le forze speciali inglesi.

Mered Medhanie, 35 anni, è il primo grande trafficante di uomini a finire in un carcere europeo. Ufficialmente era latitante dall’aprile scorso, quando la task force per l’immigrazione clandestina della Procura di Palermo fece scattare decine di arresti. Sua sarebbe stata l’organizzazione della traversata dell’ottobre 20013, quando a largo di Lampedusa morirono 359 persone. Fu un massacro. “Inshallah”. Dio ha voluto così dicevano i mercenari di fronte alle decine, centinaia di morti e dispersi nei mari siciliani.

I disperati fuggono da guerra e miseria partono dai paesi del Centro Africa (Eritrea, Etiopia, Sudan) o dal Magreb (soprattutto dalla la Libia) e raggiungono prima l’Italia (Lampedusa, Agrigento, Palermo, Catania, Roma, Milano), e poi il Nord Europa (Scandinavia, Regno Unito, Olanda e Germania). I centri di accoglienza sono ideali luoghi di passaggio per i migranti. Medhanie Yehdego Mered aveva il compito di raccogliere i disperati in Libia. A volte li “comprano” da altri gruppi criminali che li hanno rapiti in Africa. Li schedano uno per uno, poi li stipano nei magazzini, vittime di terribili violenze, infine li stipano sui barconi carichi all’inverosimile. Pagano fino a 5 mila dollari per raggiungere la Libia. Altri 1500 servono per la traversata verso la Sicilia dove entrano in gioco i complici che vivono a casa nostra. Sono loro che organizzano la fuga dai centri di accoglienza per poi spedirli nel Nord Europa. Un barcone può valere un milione di euro.

I pagamenti avvengono in contanti, su carte postepay o tramite servizi di trasferimento monetario (Moneygram e Western Union). Ed ancora tramite il metodo “hawala” , tanto antico quanto efficace. Il termine deriva dalla parola araba “HWL” che significa “cambiare” o “trasformare” e che talvolta è utilizzata quale sinonimo di “fiducia”. Tutto si basa sulla fiducia, appunto. Il cliente avvicina un broker hawala e gli consegna una somma da trasferire ad un destinatario che si trova in un’altra città, di solito straniera. Il broker hawala contatta un suo omologo presente nella città del destinatario, dà delle disposizioni sui fondi e promette di saldare il debito successivamente. Caratteristica fondamentale del sistema è che tra i broker non avvengono passaggi di denaro ufficiali. Le transazioni si basano sull’onore.

*Aggiornamento ore 12.45
“Questa indagine indica una nuova strada nelle investigazioni e conferma l’assoluta importanza della cooperazione internazionale, perchè i fenomeni transnazionali non possono gestirsi da soli”. Lo ha detto il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, illustrando i particolari dell’indagine che ha portato all’arresto e all’estradizione dal Sudan del trafficante di uomini eritreo Mered Yehdego Medhane. “Quello che è stato assicurato alla giustizia – ha commentato il direttore dello Sco, Renato Cortese, presente alla conferenza stampa – è un personaggio senza scrupoli e senza alcun rispetto per la vita umana. Un individuo che occupa un ruolo fondamentale nella cabina di regia di un network criminale che movimenta milioni di euro”.

 


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