CATANIA – L’informatizzazione si è rivelata un’arma vincente per snellire le procedure che riguardano i migranti che chiedono il diritto di asilo o il riconoscimento della protezione internazionale. Lo dicono i risultati del progetto Migrantes messo in atto dal Tribunale etneo nell’ambito di un progetto regionale affidato ai “consulenti selezionati da FormezPA hanno operato, dal 28 aprile 2015 fino al 30 ottobre 2015, presso il Tribunale e la Corte d’appello di Catania con il compito di analizzare e fornire elementi organizzativi utili a consentire agli Uffici di aumentare l’efficienza. Il programma è volto a migliorare la gestione e ad accelerare i tempi di definizione dei giudizi e di impugnazione avverso le decisioni di diniego delle richieste di protezione internazionale pronunciate dalle Commissioni Territoriali, organismi amministrativi territoriali coordinati dalla Commissione Nazionale per il diritto di asilo, istituita presso il Ministero dell’Interno. Un lavoro importante se si tiene conto dell’impatto sulla prima sezione del Tribunale e sulla Corte d’Appello chiamata a gestire controversie di varia natura.
Lunghi i tempi di risoluzione pari a 650 giorni, migliaia di faldoni e soprattutto di casi da affrontare, quindi il numero di persone coinvolte in attesa di una decisione che ha impatti diretti sulle proprie vite. Il lavoro di monitoraggio ha sottolineato l’esistenza di non poche criticità come l’alto numero di rinvii della prima udienza per mancata notifica della Commissione Territoriale e il ridotto numero di costituzioni. Ma anche l’assenza di forme specifiche di monitoraggio dei flussi giudiziari, memorie di costituzione non efficaci o ricorsi fotocopia analogamente poco efficienti, lungaggini burocratiche relative al passaggio cartaceo di fascicoli con la Procura presso il Tribunale Ordinario e il verificarsi di difficoltà nel reperimento di informazioni sui paesi di provenienza dei ricorrenti. A fronte di tali ostacoli, il progetto ha permesso di sviluppare una serie di azioni organizzative per tentare di sopperire alle varie criticità. Tra le soluzioni adottate ci sono la definizione di uno specifico codice fiscale per ogni Commissione Territoriale e di codice oggetto per le procedure, comunicazioni telematiche di cancelleria verso le Commissioni e la razionalizzazione di scambi informativi con la Procura. A queste soluzioni organizzative si sommano la definizione di modelli per l’atto di costituzione delle Commissioni e l’attivazione di osservatori migrantes congiunti con l’avvocatura per la condivisione di prassi operative e modellizzazione dei ricorsi. I risultati sono più che positivi: i rinvii di udienza causati dalla mancata notificazione alle commissioni sono stati azzerati così come i costi di notifica e i tempi di latenza legati all’attivazione dello strumento telematico nel trasferimento dei fascicoli, i tempi si sono ridotti, sono stati attivati due corsi di formazione sul tema dalla Scuola Superiore della Magistratura e i flussi giudiziari e i dinieghi sono monitorati mensilmente.
Le azioni virtuose, alle quali seguiranno le misure della seconda fase che terminerà a fine dicembre, hanno ricevuto il plauso del deputato nazionale del Pd, Giuseppe Berretta che ha presentato una risoluzione in Commissione Giustizia. “Sono migliaia le procedure che vedono impegnati i Tribunali e le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, migliaia di ricorsi che mettono a dura prova gli uffici – prosegue Berretta – A Catania, però, si è scelta la strada dell’innovazione, dell’informatizzazione, del processo civile telematico, mettendo in rete il Tribunale etneo con la Commissione nazionale per il diritto di asilo e con le Commissioni territoriali di Catania, Ragusa e Siracusa”. Proprio su questo Berretta ha depositato alcune settimane fa una risoluzione “per impegnare il Governo ad assumere in tutta Italia iniziative per promuovere ed implementare presso i Tribunali forme di sperimentazione simili a quella già messa in atto dal Tribunale di Catania”. La risoluzione è stata oggetto di discussione nella seduta della Commissione Giustizia, durante la quale si è svolta l’audizione di Mariano Sciacca, coordinatore dell’ufficio sviluppo e innovazione organizzativa tra la Corte d’appello e il Tribunale di Catania nonché del “Progetto Migrantes” del Tribunale etneo. “A lui e a Bruno Di Marco, presidente del Tribunale, voglio rivolgere il mio plauso e un sentito ringraziamento per quanto sono riusciti a realizzare, obiettivi sintetizzati nella relazione del Progetto Migrantes consegnataci oggi – sottolinea il deputato – grazie all’informatizzazione e all’uso del processo civile telematico il Tribunale, le tre Commissioni territoriali e la Procura di Catania dialogano tramite procedure informatiche e non più cartacee, con una netta diminuzione dei tempi e dei costi dei procedimenti, che riguardano sostanzialmente i ricorsi presentati dai migranti per impugnare il diniego della Commissione territoriale o la revoca dello status di protezione internazionale da parte della Commissione nazionale per il diritto di asilo”. “E’ ovvio che Catania ha risentito particolarmente dell’enorme flusso di sbarchi degli ultimi anni, ma in questo caso si è riusciti a trovare le soluzioni migliori per rispondere ad una vera emergenza – conclude – Un esempio, dunque, di buone pratiche che tutti gli altri Tribunali d’Italia potrebbero e dovrebbero seguire”.