PALERMO – Giuseppe Villano, 44 anni, ufficialmente era un ex Pip del bacino di Emergenza Palermo, ora è finito in carcere con l’accusa di avere partecipato alla truffa dei pannoloni. Nel maggio scorso la Regione siciliana stilò, dopo avere fatto delle espulsioni, l’elenco del bacino dei precari ex detenuti. distinguendoli in due categorie: gli idonei e coloro “da utilizzare in specifici progetti di recupero sociale”.
Tra questi, c’era anche il nome di Villano che, nell’attesa dell’assegnazione dell’incarico, avrebbe fatto da intermediario fra Pietro Li Sacchi, funzionario dell’Azienda sanitaria – colui che avrebbe “taroccato” le pratiche dei pazienti – e i farmacisti finiti in manette con l’accusa di avere intascato dall’Asp duecento mila euro di rimborsi per i pannoloni.
In realtà, secondo l’accusa, i presidi per gli anziani incontinenti finivano in una sorta di mercato nero. Le indagini dei carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica si concentrano su due aspetti. Cosa riceveva Li Sacchi in cambio della falsificazione delle pratiche? Gli investigatori sono convinti che dietro ci fosse una contropartita in denaro e ritengono di essere sulle tracce della corruzione.
Altro tema è quello del mercato nero dei presidi sanitari. Non è escluso che venissero rivenduti nelle stesse farmacie – “Del Vespro” e “Genovese” di corso Tukory , e “Trossarelli” in via Perez – i cui titolari avrebbero così ottenuto un doppio guadagno. Ma c’è un’ulteriore ipotesi: Villano è stato filmato mentre usciva dalle farmacie con in mano scatoloni di pannoloni poi stipati nella sua automobile. Sarebbe la sua contropartita per il lavoro di intermediazioni fra Li Sacchi e i farmacisti per la consegna delle autorizzazioni false: “Le ingenti scorte di pannoloni – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello – successivamente venivano fatte pervenire a cittadini extracomunitari non ancora identificati”.
È uno dei capitolo investigativi ancora aperti. Ancora una volta sono le parole del Gip a sottolinearlo: “Le indagino ben lungi dal considerarsi concluse. Sarà ovviamente necessario analizzare la documentazione acquisita (e da acquisire), valutare la sussistenza di ulteriori fatti penalmente rilevanti, identificare compiutamente tutti gli altri personaggi coinvolti nella vicenda”. Il primo passaggio sarà la verifica di tutte le pratiche di rimborso presentate all’Asp e non solo quelle delle farmacie coinvolte finora nell’inchiesta.
Nel frattempo si muoverà anche l’ordine dei farmacisti di Palermo. “Chiederemo informazioni ufficiali alla Procura della Repubblica – spiega il presidente Antonino D’Alessandro – e avvieremo un procedimento disciplinare che prevede la sospensione cautelativa dell’iscritto. In tal caso, la farmacia, che non può essere chiusa perché offre un pubblico servizio, sarebbe affidato ad un direttore nominato dall’Azienda sanitaria oppure – conclude – ad uno nominato dallo stesso titolare”.