“Un grido della periferia che denuncia le condizioni complessive in cui si trova la città”. Così Paolo Greco, uno dei fondatori del cinema Lubitsch, riassume il senso di “TuttaPorto: immagini, parole e musiche su Palermo”, rassegna alla sua prima edizione e in programma fino a sabato.
Quattro le giornate tematiche del primo “cantiere creativo” al quale partecipano associazioni, movimenti, cooperative e autori con proiezioni, presentazioni di libri, concerti e convegni: ambiente, legalità, migrazione e lavoro. Un luogo di discussione che non vuole necessariamente dare risposte ma porre domande per scardinare l’indifferenza soporifera dei suoi abitanti.
Non un “festival-vetrina”, ma un’oasi dove scoprire il cinema visto e premiato in giro per i festival italiani e film inediti a Palermo come Il Teatro e Il Professore di Paolo Pisanelli, Il canto dei nuovi emigranti di Arturo Lavorato e Felice D’Agostino, TyssenKrupp Blues di Pietro Balla e Monica Repetto, Pirrera di Piero Messina e Noi dobbiamo deciderci di Arturo Lavorato e Felice D’Agostino. Una sorta di lente d’ingrandimento sulla realtà sociale e periferica di Palermo.
Dopo la giornata di oggi dedicata alla legalità con le associazioni Addiopizzo, Legambiente e Libero Futuro, venerdì toccherà al tema della migrazione, con la visita alla comunità di accoglienza nata da un’iniziativa di Biagio Conte. Tra i film in programma, Il canto dei nuovi migranti e Le ferie di Licu. Dopo una tavola rotonda alle 18.30 su “Immigrazione e conflitti a Palermo”, si terrà lo spettacolo Il cuore in una barca di carta. Sabato infine, spazio al lavoro con una visita ai cantieri navali e ai call center. Alle 18. 30 una tavola rotonda della Cgil e della Camera del lavoro siciliana su “Valore lavoro: meno povertà e più sicurezza”. Tra i lungometraggi sull’argomento si segnala Parole sante, dell’attore teatrale Ascanio Celestini.
Nato con l’intenzione di essere un cinema di frontiera, poco rassicurante e “lontano dai salotti buoni” della città, il Lubitsch cerca da tempo di contrastare il degrado e la presenza della mafia nel territorio. Ma qual è il bilancio di questi anni di attività del cinema in un quartiere difficile come Bonagia? “Negativo, come ci aspettavamo, ma siamo solo alla fase iniziale – piega Paolo Greco – in realtà non è in discussione il rapporto del cinema con il quartiere, quanto quello di tutta una cintura urbana che abbraccia lo Zen, Cruillas e Brancaccio che vive una condizione di sofferenza ed emarginazione nei confronti della cultura. Il nostro compito è smontare questo modo di essere, avvicinare le distanze”. Proposte e denunce che non riguardano, però, solo la periferia, come sottolinea Greco: “E’ tutta la città ad essere assente e sempre più spenta rispetto a certi temi”.
E sul futuro dice: “Le prossime iniziative dipendono dalle nostre forze, continueremo finché l’impegno e l’entusiasmo ci accompagneranno”. L’auspicio è che TuttaPorto “sia solo l’inizio di un appuntamento regolare che possa avere in futuro una maggiore articolazione”.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito web: http://www.cinemalubitsch.it o http://www.tuttaporto.it