CATANIA – “Di scuola e lavoro non si può morire”. Questo il grido degli studenti che, stamattina in piazza Roma, hanno manifestato contro la formula del PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e Orientamento) che ha sostituito, solo nella dicitura scritta, la vecchia alternanza scuola/lavoro e balzata nella cronaca di questi giorni dopo l’incidente mortale che ha coinvolto il diciottenne Lorenzo Parelli.
Lorenzo stava facendo il suo stage, PCTO, in una azienda metalmeccanica di Lauzacco in provincia di Udine, la Burimec, quando una trave d’acciaio lo ha travolto uccidendolo.
Nino De Cristofaro è un insegnante. “Questo è uno dei frutti avvelenati della “buona scuola” di renziana memoria – dice De Cristofaro – che noi abbiamo, da subito, contrastato puntualizzando il “suo” non servire a nulla. I ragazzi a scuola devono fare scuola e non essere distolti da questo obiettivo– continua De Cristofaro – semmai insegniamo agli studenti quali sono i loro diritti quando si inseriranno nel mondo del lavoro, il diritto alla sicurezza e il diritto a non morire sul lavoro”.
Diego D’Urso è uno degli studenti presenti stamattina in piazza Roma. “Non abbiamo bisogno di lacrime di coccodrillo. I Parlamentari sono i diretti responsabili di questa formula chiamata oggi PCTO – dice D’Urso – una riforma, votata nel 2015, che non garantisce nessuna sicurezza. Non vogliamo essere sfruttati senza nessuna tutela ne di sicurezza ne retributiva”.
Il corteo, partito da piazza Roma, è arrivato sotto la sede di Confindustria in viale Vittorio Veneto.
Andrea Zorzarello è un altro studente presente alla manifestazione in piazza Roma. “Basta a questa “violenza” istituzionale. Non possiamo essere sacrificati in nome del profitto di altri”.