"Tutti insieme per salvare Birgi" | L'incontro a Palazzo d'Orleans - Live Sicilia

“Tutti insieme per salvare Birgi” | L’incontro a Palazzo d’Orleans

Commenti

    Le compagnie aeree non hanno nè tempo nè soldi da perdere.

    Il “poco entusiasmo” dimostrato è solo la conferma che, nei piani della Regione, c’è qualcosa che non convince o che non conviene.

    Dal mio punto di vista – ma è solo una mia libera opinione – per le compagnie aeree il maggior deterrente è la concorrenza (incentivata? demotivata ? contrattualmente salvaguardata ? … … ah saperlo!) dell’aeroporto di Punta Raisi che ha gli stessi collegamenti effettuati dalle stesse compagnie che si vorrebbero pure a Birgi.

    Solo l’arrivo di un vero competitore a seguito di una libera gara aperta a tutti, ivi compresi i gestori degli aeroporti siciliani, può dare un futuro a Birgi.

    “Regalare” la gestione di Birgi non a prezzi di mercato, oltre ad essere una violazione della libera concorrenza espressamente vietata e sanzionata dalla UE e dalla legge italiana, condannerebbe quell’aeroporto, capace nel passato di avere quasi 2 milioni di passeggeri, ad una penosa marginalità.

    l’infrastruttura aeroportuale è una struttura che deve avere una sua identità ben specifica per essere autonoma dal punto di vista finanziario.
    Chiunque pensi che finanziando compagnie aeree si sviluppa una struttura aeroportuale ha sbagliato completamente la strategia.
    Se volete qualche esempio (Ancona, Forlì, Reggio, Rimini, Parma, Albenga), se questo vi è chiaro vi assicuro che in una struttura aeroportuale come Birgi si può creare la condizione di far sviluppare l’aeroporto con tutto il suo indotto in maniera seria ed economicamente vantaggiosa.
    Il sistema è uno solo bisogna Specializzare l’aeroporto.
    Se la classe politica la smette di pensare al volo per Roma e chiede un supporto ai tecnici, vi assicuro che il modo di salvare Birgi esiste ed è pure facile.
    Invece di riunire Politici riunite 2-3 tecnici e il gioco è fatto.

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Ci sino a Palermo interi Quartieri e non solo, dove la donna " la femmina" cresce nel mito del "maschio" detto " u masculu" troppo Toco, cioè il migliore " u megghiu i tutti". Cioè quello che già a 10 anni ha il capello gellato col ciuffetto, il telefonino, va alla prima comunione della cuginetta o sorellina ( già vestita da sposa quarantenne accompagnata in chiesa dai genitori in auto bianca strapuntinata). Ecco, crescono credendo che loro, "fimmine" devono avere il mito "du masculiddu" dominante. Vivono e scelgono "masculi" che comprano smart e suv con cui vanno dal parrucchiere e dall'estetista, subendo dal "mascolo" tutte le possibili "violenze" camuffate da un cavalierato sui generis. Vivono un rapporto vittima-carnefice cronico e Ecco, la questione è molto radicata e l'intervento dovrebbe essere preventivo-precoce di ordine sociale. Una Rivoluzione degli stereotipi tramandato e radicato. Auguri dottoressa e grazie per le Sue lodevoli iniziative

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