Ucciardone, il giorno del sit-in. Cuffaro: "Il carcere è storia di anime"

Ucciardone, il giorno del sit-in. Cuffaro: “Il carcere è storia di anime”

L'intervento del segretario nazionale della Dc e la proposta dei Radicali
L'INIZIATIVA
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PALERMO – “Il destino delle persone che hanno sbagliato e sono affidate allo Stato non può essere quello di essere abbandonati dentro alte mura ricoperte da filo spinato. Oggi partecipiamo al sit-in davanti all’istituto penitenziario Ucciardone di Palermo per ricordare che il carcere non è storia di corpi ma storia di anime”.

Totò Cuffaro, segretario nazionale della Dc interviene nel giorno del sit-in davanti al carcere Ucciardone di Palermo. Proprio ieri i radicali, in visita nella struttura, avevano invocato una nuova amnistia.

Ucciardone, il sit-in di protesta

“Questi uomini e queste donne, anche se hanno commesso errori – aggiunge Cuffaro – hanno le
loro storie,
le loro vite, le loro famiglie e, soprattutto, una loro dignità che va rispettata e preservata. Il loro destino scruta le nostre coscienze prima ancora che il nostro dovere e il loro diritto di ‘vivere’, in un contesto propenso alla rieducazione e alla risocializzazione e non al suicidio, deve essere per tutti noi motivo di impegno e, se serve, di denuncia politica e sociale”.

Il segretario nazionale della Dc conclude: “Dobbiamo dare loro una speranza perché trovino la forza di andare incontro alla vita piuttosto che cercare la morte”.

La proposta dei radicali

“Siamo usciti tutti provati dalla visita al carcere Ucciardone a Palermo. Una struttura inadeguata per accogliere i detenuti e che è lontana dal progetto di reinserimento sociale dei reclusi che per lo più sono di estrazione socio economica molto bassa”. Sono le parole di Donatella Corleo, consigliere generale del partito Radicale che ha iniziato ieri una serie di visite nelle strutture carcerarie in Sicilia proprio dall’ex carcere borbonico.

“Sono stressati i detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria – aggiunge Donatella Corleo -. Manca il lavoro per chi si trova recluso e deve sostenersi economicamente. Il numero degli agenti è fortemente inadeguato rispetto alla popolazione carceraria. Anche le nuove assunzioni non riusciranno a colmare il deficit che c’è al momento.”

La consigliere generale del partito Radicale conclude: “Si suicidano i carcerati, ma anche le guardie, segno che il malessere è generale. Abbiamo trovato una situazione di sovraffollamento così come in tutti gli istituti di pena che abbiamo visitato. Per noi la soluzione resta solo l’amnistia. L’ultima in Italia risale al 2006”.

Nei giorni scorsi Ismaele La Vardera e Valentina Chinnici hanno donato 130 ventilatori ai detenuti.


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