Uccise l'ex della fidanzata: pena scontata con la "Cartabia" - Live Sicilia

Uccise l’ex della fidanzata: pena scontata con la “Cartabia”

Primo caso di applicazione della riforma a Palermo

PALERMO – Colpevole di omicidio ottiene lo sconto di un terzo della pena che scende da 18 a 15 anni di carcere. È il primo caso di applicazione di una norma prevista dalla riforma Cartabia.

Michele Mulè era stato condannato a 18 anni di carcere per avere ucciso l’ex fidanzato della sua ragazza. Il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo. L’imputato confessò l’omicidio di Benedetto Ferrara, ucciso nel 2020 a colpi di pistola nella piazza di Camporeale, in provincia di Palermo.

Davanti alla Corte di assise, presieduta da Sergio Gulotta, erano cadute le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi. Ed era proprio in virtù di queste che fu respinta la richiesta di Mulè di essere giudicato con l’abbreviato. Un rito che, in caso di condanna, gli avrebbe consentito di ottenere lo sconto di un terzo della pena.

Nel corso del processo i legali della difesa, gli avvocati Raffaele Bonsignore e Francesco Foraci, fecero emergere un quadro di violenze e pressioni psicologiche. L’ex ragazza della vittima aveva raccontato che “Benedetto era molto geloso e mi controllava continuamente, spesso mi minacciava dicendo che avrebbe ammazzato mio padre ed altri miei parenti. Lo faceva per farmi desistere dalla scelta di lasciarlo, intenzione che avevo spesso manifestato. In alcune circostanze Benedetto mi ha anche picchiata, provocandomi dei lividi, ma non sono mai andata in ospedale”. Ed è per difendersi dalla pericolosa gelosia della vittima che Mulé usciva di casa armato.

La sentenza di condanna è diventata definitiva a fine aprile. La riforma che prende il nome dall’ex ministro della giustizia Marta Cartabia prevede un ulteriore sconto di un sesto della pena quando, come in questo caso, né il pubblico ministero né l’imputato abbiano fatto ricorso in appello. L’avvocato Foraci, d’intesa con l’avvocato Bonsignore, ha presentato un incidente di esecuzione alla prima sezione della Corte d’Assise presieduta da Sergio Gulotta. Lo scorso 29 giugno è arrivata l’ulteriore riduzione di tre anni.

“Trattasi di sentenza pienamente equiparabile ad una pronuncia emessa a seguito di giudizio abbreviato – scrive il collegio – trattandosi di rito ritualmente richiesto dall’imputato e la cui ammissibilità è stata infine riconosciuta all’esito del dibattimento”.

Se non venisse applicata la Cartabia “si finirebbe per far ricadere sull’imputato le conseguenze di una scelta del pm legata alla contestazione di una circostanza aggravantr pur del tutto legittima ma infine rivelatasi infondata: ciò che all’evidenza il legislatore ha inteso evitare, sostanzialmente attribuendo al condannato, all’esito del dibattimento, i medesimi benefici premiali cui avrebbe avuto ab origene diritto”.


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